Niente più raccolta della pubblicità per Radio Italia (come anticipato sul sole 24 Ore dell’1 marzo) a partire dalla data di scadenza della concessione, al 31 dicembre 2016, perlomeno fino al 2020; separazione societaria sulla raccolta pubblicitaria (per tipologia di mezzo); niente nuove radio per le quali raccogliere la pubblicità, sempre fino al 2020.
Il placet dell’Antitrust all’operazione Mediaset-Finelco potrebbe arrivare grazie a questi accorgimenti. Almeno questi, a quanto risulta al Sole 24 Ore, sono i punti proposti da Rti ed esplicitati ieri, nel corso dell’audizione finale in Antitrust.
Erano presenti anche gli avvocati del Gruppo L’Espresso (che è sul mercato radio con Deejay, Capital e m2o) nell’istruttoria come parte interveniente, ma che ieri non hanno preso la parola, affidandosi invece a memorie scritte. Memorie sarebbero arrivate anche da Rtl 102.5 e Rds. Sono invece intervenuti gli uffici della direzione competente dell’Antitrust ed Rti-Mediaset. Il collegio dell’Autorità deciderà ora il da farsi. Prima con provvedimento “omissato” delle conclusioni inviato ad Agcom per un parere obbligatorio, ma non vincolante, entro 30 giorni, e poi con decisione finale.
Va dunque verso la conclusione la vicenda legata al dinamismo di Mediaset sul fronte radio. A fine estate il gruppo ha rilevato da Mondadori l’80% di Monradio (R101). Poi ha raggiunto l’accordo con Finelco per entrare nel capitale con il progetto di assumerne il controllo. Da qui l’istruttoria Antitrust. Che ovviamente ha tenuto conto del fatto che attraverso la concessionaria Mediamond, Mediaset gestisce la raccolta delle emittenti Radio 105, Rmc, Virgin oltre a R101 e anche Radio Italia, Radio Subasio, Kiss Kiss, Radio Norba, Media Hit e Radio Aut.
Il problema che gli uffici dell’Autorità hanno rilevato per Mediaset è l’effetto “leva”. Il gruppo di Cologno è leader di gran lunga nel mercato televisivo. E sul versante pubblicitario si è rilevata una sovrapposizione, anche fino all’82% degli inserzionisti. Se effetto leva esiste però – è stata una valutazione espressa nel corso dell’audizione – lo stesso problema esiste anche sulla carta stampata in cui opera il Gruppo L’Espresso. Durante l’audizione si è parlato anche di Kiss Kiss, per la quale Mediaset potrebbe rinunciare alla raccolta, ma il cui contratto è in scadenza a fine 2017.
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