
Combattere lo sfruttamento e l’illegalità lungo le filiere dell’agroalimentare. In particolare in quella dell’ortofrutta, tra le più vulnerabili ad azioni illecite, come lavoro nero, caporalato e truffe alimentari. Questo l’obiettivo di fondo della campagna «Buoni e Giusti Coop», presentata al ministero delle Politiche agricole, con la quale la prima insegna della grande distribuzione in Italia – 1.100 punti vendita e oltre otto milioni di consumatori soci – rinnova l’impegno in una lotta che vede direttamente schierato anche il governo.
Non a caso il ministro, Maurizio Martina, intervenendo all’iniziativa ha ricordato: «Stiamo combattendo il caporalato e il lavoro nero con strumenti innovativi e attraverso una collaborazione di squadra tra istituzioni, imprese e associazioni ancora più stretta di quanto sia stato fatto finora. Questa campagna apre una strada importante ed è significativo che Coop abbia invitato le 7.200 aziende agricole fornitrici a chiedere l’iscrizione alla Rete del lavoro agricolo di qualità. È uno strumento che abbiamo già messo in atto con la legge Campolibero in accordo con le organizzazioni sindacali e che vogliamo ulteriormente rafforzare».
Con «Buoni e Giusti Coop», che prevede anche un piano di comunicazione di almeno un anno, per un costo stimato in circa un milione di euro, la catena distributiva si concentra su 13 categorie di prodotti ortofrutticoli, a partire dagli agrumi, in particolare arance e clementine, poi fragole e pomodori, coinvolgendo tutti gli 832 fornitori di frutta e verdura di Coop, nazionali e locali, che operano con oltre 70mila aziende agricole.
Il presidente di Coop Italia, Marco Pedroni, ha spiegato che «a tutti i fornitori sarà chiesto di sottoscrivere l’adesione ai principi del Codice etico che contempla una serie di impegni per il rispetto dei diritti dei lavoratori e prevede l’esecuzione di un piano di controlli a cui non si può venir meno; in caso di non-adesione, è prevista l’esclusione dal circuito».
I primi dati raccolti sugli agrumi, che hanno coinvolto tutti i fornitori e un terzo delle aziende agricole di questa filiera in tre regioni (Calabria, Sicilia e Puglia), sono incoraggianti: nessuna segnalazione di gravi non conformità, come caporalato, lavoro nero e casi di discriminazione. Mentre sono emerse problematiche per norme di sicurezza disattese, sulle quali è stato chiesto un pronto intervento.
«Accanto al contrasto al lavoro nero e alle frodi alimentari - ha aggiunto Pedroni - vogliamo affrontare anche il tema dei prezzi nel settore ortofrutticolo, perché spesso è lì che si trova un indicatore dell’illegalità. La volatilità dei mercati è elevata, ma si possono e si debbono trovare le soluzioni affinché sia i consumatori che i produttori abbiano il giusto prezzo».
«La nostra catena distributiva - ha osservato Stefano Bassi, presidente di Ancc-Coop (Associazione cooperative di consumatori a marchio Coop) - partecipa con gli altri soggetti della filiera agricola al tavolo voluto dai ministeri competenti e sta svolgendo una parte attiva anche sul versante del disegno di legge per contrastare il caporalato, all’esame del Senato».
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