Economia

Il turismo ha «perso» 38 miliardi

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Il turismo ha «perso» 38 miliardi

CERNOBBIO (COMO) - I cinesi si fermano solo un giorno e mezzo, il doppio i francesi. I tedeschi restano di più, se così si può dire: in media 5 giorni, meno di una settimana. Se l’Italia continua a conquistare nuovi turisti – sono cresciuti del 50% dal 2001, superando l’anno scorso la soglia dei 53 milioni – attira però, forse più degli altri, i viaggiatori meno ambiti, quelli “mordi e fuggi” e molto attenti al portafogli.

E così, di fronte a una permanenza media che si accorcia (da 4,1 a 3,6 giorni tra il 2001 e il 2015) e una spesa pro capite che si riduce (da 1.035 a 670 euro) l’Italia in 15 anni ha perso 38 miliardi di possibili entrate in più dal turismo, un settore che non conosce crisi (dovrebbe crescere del 3,3% quest’anno, il prossimo del 3,6 e nel 2018 del 3,9).

L’ultimo capitolo del romanzo italiano sulle occasioni perdute arriva dal forum di Cernobbio organizzato da Confcommercio, dove ieri Confturismo, in collaborazione con Ciset, ha provato a calcolare il danno inferto al nostro Pil dal “turismo mancato”.

«L’Italia deve ripensare il suo modello di offerta turistica», avverte il presidente di Confturismo, Luca Patanè. Che chiede interventi e politiche, anche a livello europeo, «che diano centralità a un settore che rappresenta una potentissima leva di sviluppo e crescita , ma anche di coesione territoriale». La parola d’ordine di Patanè è «più promozione», per far scoprire tutto il Paese: oltre alle mete già overbooking (soprattutto le città d’arte), anche mare, montagne e percorsi enogastronomici, rilanciando soprattutto il Sud. Il 60% degli stranieri che arrivano in Italia si concentra in quattro regioni: Veneto (20,5%), Lombardia, Lazio e Toscana. Sotto Roma si registra appena il 12% degli arrivi stranieri. Le cause? Poco marketing e un gap infrastrutturale pesante.

«L’Italia è un Paese irraggiungibile, servono servizi migliori», ha detto la segreteria della Cgil Susanna Camusso. Il mantra del rilancio del turismo al Sud è stato ripetuto un po’ da tutti. A cominciare dal ministro dell’Interno Angelino Alfano, che alla platea dei commercianti ha assicurato più sicurezza e legalità nel Mezzogiorno, sciorinando i nuovi dati sulla lotta alla contraffazione (34.782 operazioni nei primi nove mesi del 2015, per 244 milioni di articoli sequestrati). E dal ministro delle Politiche agricole Martina che, dopo aver ricordato i 20mila agriturismi e il loro giro di affari di un miliardo, ha parlato del nuovo piano agroalimentare che sarà messo al servizio «anche delle politiche territoriali e del turismo».

Il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi, all’appello del presidente di Confcommercio Sangalli per rafforzare la ripresa attuando le riforme, ha risposto ricordando il ruolo del Governo: dalla riforma costituzionale che sarà varata il mese prossimo e che «interviene anche nelle competenze sulle infrastrutture e sul turismo», al taglio delle tasse, «con interventi sull’Ires nel 2016 e sull’Irpef nel 2017».

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