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Almaviva annuncia 2.990 tagli

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Lavoro

Almaviva annuncia 2.990 tagli

Una mannaia sul settore dei call center. Almaviva Contact – un po’ la Fiat dei call center con i suoi 8mila dipendenti assunti a tempo indeterminato oltre a 2mila collaboratori – ha annunciato un piano di riorganizzazione aziendale con riduzione del personale. I tagli possono arrivare fino a un massimo di 2.990 persone nelle sedi di Roma (fino a 920 persone), Napoli (fino a 400 persone) e Palermo (fino a 1.670 persone).

È il 6% del personale del gruppo a livello globale (50mila). Ma si comprende bene che, se rapportato ai lavoratori in Italia, la percentuale sale al 30 per cento. «Il piano è diretto al necessario obiettivo di garantire condizioni di equilibrio industriale e di avviare, nel medio periodo, un percorso di rilancio», si legge nella nota dell’azienda.

Dietro a questa decisione ci sono però numeri che pesano come macigni, frutto di una crisi strutturale che per l’azienda ha significato perdite per 16 milioni in 2 anni.

Illuminante questo passaggio della nota in cui l’azienda parla di «scenario di mercato dominato da fattori distorsivi che seguitano ad alterare profondamente il contesto competitivo, dal mancato rispetto delle norme sulle delocalizzazioni di attività in Paesi extra Ue all’utilizzo opportunistico degli incentivi per l’occupazione, contrassegnato dal calo progressivo dei volumi totali lavorati in Italia e dalla continua compressione del prezzo dei servizi».

Scattano ora i 75 giorni di legge per il confronto. I lavoratori palermitani si sono organizzati per un presidio permanente. «In questo momento dobbiamo provare a ricercare insieme, tutti, soluzioni per bloccare questa bomba sociale», dice Salvo Ugliarolo (Uilcom). Destinatario degli appelli è soprattutto il Governo. «Vogliamo che la vicenda palermitana diventi una vicenda nazionale» ha detto sindaco di Palermo Leoluca Orlando. Anche la Slc Cgil è intervenuta chiedendo un «patto di settore»,visto che incombono «migliaia di licenziamenti che coinvolgono molte donne tra i 35 e i 50 anni di età». La crisi «di Almaviva insieme a quella di Gepin è l’inizio del crollo del settore. Per questo l’intervento del Governo e del presidente del Consiglio, è urgente e non rinviabile», ha spiegato Vito Vitale (Fistel-Cisl).

Dal Governo arriva la presa di posizione del viceministro allo Sviluppo economico, Teresa Bellanova: «Chiediamo una moratoria immediata dei licenziamenti», ha dichiarato aggiungendo:«Ho convocato il tavolo sui call center, il governo ha messo a disposizione ammortizzatori sociali fino al 2017 e soluzioni per dare una decisa sterzata al settore, dal nuovo codice degli appalti, all’inasprimento delle sanzioni per chi delocalizza, norma ribadita con un emendamento al ddl Concorrenza. Almaviva sta ignorando questo».

In serata è intervenuta anche Enel, messa sotto accusa dai sindacati per avere disdetto la commessa palermitana di Almaviva. «Le gare per i servizi di call center rispondono rigorosamente ai requisiti previsti dalla legge e non è mai stato applicato il criterio del massimo ribasso», ha dichiarato l’azienda aggiungendo di aver «avviato un dialogo con i fornitori di servizi, le istituzioni e il Governo per risolvere eventuali difficoltà, in uno spirito di collaborazione fattiva».

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