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Valichi alpini, ritardi a Nord Ovest

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INFRASTRUTTURE

Valichi alpini, ritardi a Nord Ovest

Il sistema dei valichi alpini
Il sistema dei valichi alpini

Nel Nord-Ovest scoppia il caso dei valichi alpini. Per un'opera che avanza, il raddoppio del tunnel stradale del Fréjus la cui entrata in esercizio è prevista per il 2019 (si veda l’articolo sotto), un'altra opera, altrettanto strategica per i collegamenti Italia-Francia, finisce nella bufera per i maxi-ritardi sui tempi di realizzazione: il nuovo tunnel del Colle di Tenda (il Tenda-bis).
Lo storico tunnel del Tenda consente il collegamento tra la provincia di Cuneo, la Costa Azzurra e la costa ligure. Il progetto del raddoppio del tunnel stradale nasce dall'esigenza di migliorare le condizioni di sicurezza della circolazione all'interno del tunnel esistente, la cui inaugurazione risale addirittura al 1882. Il progetto definitivo, approvato il 29 settembre 2009, prevede la costruzione di una nuovo traforo monodirezionale nel senso Italia-Francia, mentre il collegamento Francia-Italia avverrà attraverso l'attuale tunnel che sarà debitamente ampliato sino a raggiungere le dimensioni della nuova galleria; le due gallerie saranno collegate da by-pass pedonali e carrabili.

La decisione di ampliare la galleria esistente ha reso necessaria una programmazione dei lavori articolata come segue:
- realizzazione della nuova galleria con utilizzo dell'attuale nel doppio senso di circolazione;
- ampliamento dell'attuale galleria e utilizzo del nuovo tunnel nel doppio senso di circolazione;
- apertura di entrambe le gallerie con circolazione mono direzionale.
Nel 2011 era ancora in corso la progettazione esecutiva, la consegna dei lavori è stata effettuata da Anas nel 2013 e nel 2015 sono partiti i lavori di scavo per il nuovo tunnel: l’importo complessivo dell’opera è di 176,2 milioni. La consegna dei lavori dell'intero progetto, affidati all'Ati Grandi lavori Fincosit, è prevista nel 2020. Ma a pochi mesi dall'inizio delle operazioni di scavo i dati forniti dall'Anas evidenziavano un forte ritardo nell'avanzamento dei lavori causato da difficoltà tecniche. In particolare, la presenza di rocce compatte sul versante francese impossibili da perforare con l'esplosivo, vista anche la vicinanza con il vecchio tunnel, hanno reso necessario l'impiego di martelli pneumatici. Risultato: un avanzamento di 72 centimetri al giorno. Il rischio concreto è che i tempi si allunghino ulteriormente e di conseguenza anche i costi. Avanti di questo passo, se le operazioni di scavo non subiranno una brusca accelerata, i lavori non potranno finire prima del 2027, 12 anni dopo il primo colpo di piccone.

Per recuperare, almeno in parte, il tempo perduto l'Anas ha deciso la chiusura prolungata del tunnel del Tenda in tre periodi compresi tra il 18 aprile e il 26 maggio prossimi, in modo da permettere all'impresa costruttrice di predisporre più velocemente i by-pass di collegamento tra la vecchia e la nuova galleria e consentire così il recupero di parte del ritardo accumulato finora. Ma è sul fronte degli scavi che bisogna accelerare. Dopo un mese di gennaio dedicato alle prove sul cambio di tecnica di scavo, da febbraio le nuove tecniche, basate su diversi dosaggi di esplosivo, hanno consentito di cambiare ritmo e di triplicare i ritmi produttivi, «allineandoci totalmente - sostiene l'Anas - a quelle che avrebbero dovuto essere fin dall'inizio le produzioni giornaliere da progetto e da contratto», cioè passando dai 72 centimetri al giorno scvati nei primi mesi a 10 metri giornalieri. «Finiremo la prima galleria entro il 2017» assicura l'Anas.
Ma Franco Biraghi, presidente di Confindustria Cuneo e grande sostenitore del Tenda-bis, resta cauto: «Sembra impossibile che nel 1882, quando avevano realizzato il primo tunnel il tempo totale di realizzazione era stato di quattro anni, scavando con il piccone, adesso a più di due secoli di distanza, con tutte le nuove tecnologie e i moderni mezzi di lavoro, per finire il Tenda bis ci impiegheremo minimo 12 anni e nel frattempo i costi aumenteranno sempre di più». Senza parlare del danno alle tante aziende della Granda che intrecciano rapporti economici con la Francia e che a causa della prolungata chiusura del valico internazionale rischiano di perdere opportunità.

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