
La frenata della filiera della metallurgia e del farmaceutico arresta la crescita dell’export lombardo nel quarto trimestre, ma non intacca il risultato complessivo relativo al 2015, chiuso con 111,2 miliardi di euro di merci esportate (il controvalore è tornato sui massimi storici), l’1,5% in più rispetto all’anno prima. Emerge dall’analisi di Unioncamere Lombardia su dati Istat. Tra le performance provinciali spiccano le difficoltà di Milano (1,1%, proprio nell’anno dell’Expo) mentre le vicine Lodi e Lecco sono regine di performance.
Nell’ultimo trimestre il valore delle merci esportate dal sistema regionale è stato di 28,9 miliardi, praticamente identico (-0,1%) al valore registrato nello stesso periodo dell’anno scorso, ma superiore al massimo pre-crisi registrato nel 2008 (27,3 miliardi di euro).
Maggiormente negativo l’andamento delle quantità esportate, che registrano una contrazione tendenziale dell’1,5% e un incremento congiunturale limitato al 2,4%, ed appaiono ancora molto lontane dai massimi del 2008. Con poco più di 7 milioni di tonnellate, il quarto trimestre si assesta sui valori minimi registrati negli ultimi quattro anni, mantenendo ampio il gap che si venuto a creare tra quantità e valore dell’export lombardo.
L’export verso i paesi dell’Unione europea registra un incremento costante (+2,4%), in calo invece le vendite nel resto del mondo (-2,8%), soprattutto a causa delle difficoltà dell’area extra Ue (-10,1%) ancora influenzata dalle sanzioni alla Russia (-25% la variazione tendenziale). Complessivamente il 2015 si chiude con un +2,2% delle esportazioni lombarde verso i paesi dell’Ue, e solo un +0,7% verso i paesi extra Ue.
L’assestamento del valore delle esportazioni lombarde nell’ultimo trimestre è la conseguenza di un consistente arretramento limitato a due sole categorie merceologiche: metalli di base e prodotti in metallo (-9,3%) e articoli farmaceutici (-10,9%), associato a minimi incrementi per macchinari e apparecchi (+0,4%) e altri prodotti (+0,6%), categorie che insieme rappresentano oltre il 50% del valore dell’export lombardo. In evidenza, invece l’elettronica e l’ottica (+6,5%), chimica (+5,1%), mezzi di trasporto (+4,7%), gomma plastica (+4,7%), prodotti tessili, pelli e accessori (+4,1%).
A livello provinciale gli andamenti risultano differenziati: otto province su dodici registrano un incremento, particolarmente intenso per Lodi (+10,4%) e Lecco (+9,8%) e significativo anche per Sondrio (+5,1%) e Varese (+3,5%); aumenti più ridotti si registrano per Mantova (+1,9%), Brescia (+1,7%), Bergamo (+1%) e Monza (+0,4%). I territori con segno negativo sono solo quattro, ma comprendono Milano (-1%), che da sola vale un terzo dell’export regionale. Le altre province con export in calo sono Como (-2%) , Cremona (2,2%) e soprattutto Pavia (-23,8%). Considerando l’intero 2015, Como assume segno positivo (+2,3%), mentre restano in calo Milano (-1,1%), Cremona (-1,1%) e Pavia (-14,4%).
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