Economia

Schwartz (Harvard): serve il sistema duale

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Industria

Schwartz (Harvard): serve il sistema duale

  • –Katy Mandurino

padova

Per risollevare la manifattura «bisogna puntare sul capitale umano e sulla formazione», ha detto più volte ieri il direttore scientifico di Fondazione Nord Est Stefano Micelli. E per corroborare questa tesi niente è stato più calzante dell’esperienza portata da Robert Schwartz, professore di Politiche dell’educazione della Harvard Graduate School of Education di Boston.

Ma quale formazione è vincente? Quale metodo è il migliore? «Da qui al 2020 il 30% dei posti di lavoro riguarderanno la categoria delle competenze medie, ovvero quelle che vanno oltre il diploma ma non necessitano di una laurea - ha spiegato il professore -. Queste competenze oggi non ci sono e si rischia il paradosso che avremo buoni lavori ma non le competenze per svolgerli. Per questo motivo, serve oggi una spinta educativa non tanto e non più verso la formazione universitaria, su cui si è spinto per vent’anni, quanto invece verso la formazione scolastica tecnica e tecnologica che sta a metà tra diploma e università, da impartire secondo reali esigenze imprenditoriali e di mercato». L’assioma di Schwartz è negli Stati Uniti alla base di uno studio articolato pubblicato dal professore nel 2011 (Pathways to prosperity project) e divenuto manifesto per le nuove politiche sull’educazione scolastica. «Abbiamo creato una piattaforma a cui hanno già aderito 12 stati (governatori, associazioni di categoria, scuole, università), finanziata da privati ma anche da banche, come JP Morgan - ha detto Schwartz -, che prevede l’introduzione nel modello scolastico di un biennio formativo tecnico dopo il diploma». Non solo. A partire da esempi brillanti, come il modello svizzero, dove il 75% degli studenti alterna settimanalmente 2 giorni in aula e 3 giorni all’interno di laboratori e aziende, il programma prevede alternanze scuola lavoro già a partire dall’adolescenza, in un sistema duale non rigido ma flessibile che permetta di modulare l’esperienza sulla base della crescita delle propensioni. Il programma è ambizioso: «In passato abbiamo sempre pensato che chi facesse l’università fosse più preparato - ha concluso il professor Schwartz -. Il risultato è stato l osvuotamento della classe lavorativa media. Dobbiamo ripristinare questa fascia occupazionale e per farlo è fondamentale il ruolo dell’impresa, che deve suggerirne i contenuti».

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