Economia

Call center: Almaviva apre a sindacati e Governo, parte il tavolo Gepin

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Call center: Almaviva apre a sindacati e Governo, parte il tavolo Gepin

Mentre si ci si avvia all’apertura del tavolo Gepin, c’è qualche primo spiraglio per Almaviva. Niente più incontri programmati fra azienda e sindacati in assenza del ministero ma , mentre si va verso uno sciopero nazionale dei lavoratori di Almaviva Contact, l'azienda apre alla possibilità di soluzioni alternative anche se fa sapere che «a oggi non ci sono le condizioni per interrompere la procedura». È questo il risultato dell'incontro che si è tenuto ieri in Unindustria a Roma fra sindacati di categoria delle tlc e Almaviva Contact, azienda del gruppo Almaviva leader nel settore dei call center che il 21 marzo ha annunciato fino a 2.990 licenziamenti in Italia. Il piano di riduzione del personale avrà effetti sulle sedi di Roma (fino a 920 persone), Napoli (fino a 400 persone), ma soprattutto Palermo (fino a 1.670 persone). Quello di oggi è stato il primo incontro all'interno del lasso di tempo di 75 giorni previsto dalla legge per scongiurare i licenziamenti. Di «estrema gravità della situazione, determinata dalla crisi strutturale del settore italiano dei call center, segnato da perduranti fenomeni distorsivi, condizionato da un quadro normativo incerto e da costante elusione delle regole» ha scritto l'azienda in una nota alla conclusione dell'incontro. A ogni modo, «anche se, ad oggi, non vi sono certamente le condizioni per interrompere la procedura», l'azienda ha dichiarato «piena disponibilità a proseguire nell'analisi di ogni utile percorso diretto a rispondere alle gravi problematiche in atto, riconoscendo la responsabilità e la serietà delle Organizzazioni Sindacali in sede di discussione». Nella conclusione c'è tuttavia, chiara, una stoccata nei confronti del Governo, che per bocca del viceministro al Mise Teresa Bellanova non è stata sicuramente tenero nei confronti di Almaviva in questa fase: «L’ Azienda - si legge - inoltre, ha ribadito analoga disponibilità al confronto con le Istituzioni competenti, nella convinzione che, nel rispetto reciproco, siano abbandonati toni di incomprensibile pregiudizio verso il ruolo aziendale e superate posizioni non rispondenti a fatti e realtà». Da parte sindacale Salvo Ugliarolo, segretario generale Uilcom ha annunciato che «ci sarà la richiesta da parte nostra di un incontro al governo per dare una cornice nazionale alla vertenza». Nel frattempo «tutti i soggetti in campo devono avviare un confronto costruttivo per trovare una soluzione a questa vertenza» che a breve comunque sfocerà «in uno sciopero nazionale dei lavoratori Almaviva che sarà proclamato». Michele Azzola, segretario nazionale Slc Cgil, ha invitato Almaviva ad evitare una drammatizzazione della situazione che renderebbe ingovernabile la tensione sociale nelle tre città interessate (Roma, Napoli, Palermo), e ad accettare un confronto in sede ministeriale per individuare gli interventi necessari a modificare le attuali condizioni di mercato e rendendo possibile il ritiro dei licenziamenti. «Interventi su articolo 24 bis per le delocalizzazioni, un contrasto a gare assegnate a prezzi non sostenibili, la piena applicazione delle clausole sociali anche da parte di imprese governate dallo stato come Poste ed Enel, nonché un intervento sulla qualità del servizio da erogare ai cittadini italiani sono la parole chiave», ha dichiarato Azzola aggiungendo che «Almaviva, accettando l'invito a rinunciare all'irreversibilità del processo, ha ribadito che parteciperebbe convintamente ad un incontro in sede istituzionale, in cui tutte le parti contribuissero fattivamente a individuare soluzioni per consentire prospettive di medio-lungo periodo».Particolarmente critica nei confronti del Governo è la presa di posizione di Giorgio Serao della Fistel Cisl. «la responsabilità del Governo è immensa, perché nonostante le denunce di questi anni da parte del sindacato, ha sottovalutato il problema e oggi deve assumersi la responsabilità di migliaia di licenziamenti. Gli attacchi del Governo nei confronti dell'Azienda e il tentativo di delegittimare il Sindacato per coprire le proprie responsabilità è inaccettabile». Per il segretario nazionale della Fistel Cisl «adesso è giunto il momento di lavorare insieme governo,sindacato e aziende per regolamentare un settore che è in default. C'è necessità di ammortizzatori sociali straordinari, una legge sulle delocalizzazioni esigibile e contrasto alle gare al massimo ribasso». Infine , la Bellanova fa sapere di aver «convocato il tavolo Gepin Contact al ministero dello Sviluppo economico per martedì 12 aprile». Gepin Contact è la società che ha recentemente perso la commessa per lo svolgimento del servizio di call center di Poste Italiane e i cui lavoratori - oltre 350 - rischiano di perdere il posto.

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