Nel giro di un mese Invitalia lancerà i bandi di gara per promuovere il concorso internazionale di idee sul recupero e sulla valorizzazione della Città vecchia di Taranto, una delle priorità del Contratto istituzionale di sviluppo per l’area previsto dalla legge numero 20 di marzo 2015 e affidato al coordinamento di un Tavolo istituzionale guidato da Palazzo Chigi con un plafond di oltre 800 milioni di euro destinati a vari interventi. Eppure proprio sul ruolo di Invitalia nasce un caso.
Lo sollevano l’Ance di Confindustria Taranto e l’Ordine degli architetti di Taranto. Identica la loro presa di posizione: con questa scelta, il Comune di Taranto ha penalizzato la città e ha deciso un altro commissariamento. «Sconcerta – dice l’Ance, l’associazione dei costruttori edili – l'ultima decisione di giunta comunale con la quale il Comune di Taranto, in ragione di una “endemica incapienza” delle propri strutture tecniche, devolve ad Invitalia le attività di affidamento degli appalti di progettazione ed esecuzione delle opere previste nel Contratto istituzionale di sviluppo».
Per le imprese di costruzioni, si tratta di «una vera e propria resa senza condizioni da parte del Comune che priva Taranto della centralità necessaria e indispensabile per guidare il processo di riqualificazione complessiva della città. Anziché mettere riparo e provvedere ad una macchina amministrativa colabrodo – vedasi la denuncia congiunta di associazioni ed Ordini professionali sui vuoti nelle direzioni tecniche ed oggi anche allo Sportello unico attività produttive – il Comune certifica la sua impotenza e inconsistenza abdicando ad una fondamentale funzione, quella della conduzione e gestione dei processi realizzativi delle opere nell'interesse del territorio e della sua economia. È questa - osserva l’Ance - l’ennesima dimostrazione di un progressivo quanto irresponsabile disimpegno che relega il territorio in una condizione di commissariamento ormai senza fine».
Per l’Ordine degli architetti di Taranto, invece, sempre con riferimento a Invitalia, «il Comune di Taranto, per l’ennesima volta, perde un ulteriore strumento di gestione e controllo dei processi di trasformazione del territorio». E così «dopo i vari commissari alle bonifiche, alla gestione del problema Ilva, ora anche un commissario che, per conto del Comune, svolgerà le funzioni che normalmente un Comune dovrebbe svolgere, specie in un delicatissimo momento storico come quello attuale in cui si decideranno le sorti della Taranto dei prossimi trent’anni». Le rappresentanze «professionali, economiche e sociali, insieme e da tempo, chiedono a gran voce all'Amministrazione comunale e al Consiglio Comunale di avviare un confronto aperto sulle problematiche gravissime che riguardano la città e che – sottolinea l’Ordine degli architetti – non ricevono alcuna risposta se non inconsistenti e improduttive rassicurazioni che non trovano poi corrispondenza nelle azioni concrete. Come ripetutamente proposto in più occasioni, avremmo messo a disposizione della città tutte le nostre migliori risorse intellettuali e professionali per contribuire, insieme all’Amministrazione comunale, alla riorganizzazione della macchina amministrativa e al ripensamento dello sviluppo del nostro territorio, se mai qualcuno avesse dato ascolto alle nostre continue ed estenuanti richieste di attenzione».
Da parte sua, il Comune ha replicato alle accuse affermando che la scelta di Invitalia «sarà di supporto e consulenza. Il Comune – dice il sindaco di Taranto, Ezio Stefàno – non sarà espropriato di nulla perchè Invitalia farà quel lavoro che di solito fa per noi la direzione appalti e contratti che attualmente è una di quelle col maggior deficit organico. Se non avessimo fatto questa scelta, la macchina del Contratto istituzionale, con riferimento ai progetti per la Città vecchia, si sarebbe inceppata oppure si sarebbe mossa a rilento. Controllo e coordinamento resteranno in ogni caso in capo al Comune e ciascun atto – conclude il sindaco – porterà anche la firma dell'amministrazione comunale».
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