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Dossier Il legno-arredo rivede la crescita. Un comparto che vale 40 miliardi

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Dossier | N. 35 articoliSalone del Mobile 2016

Il legno-arredo rivede la crescita. Un comparto che vale 40 miliardi

Il comparto italiano del legno-arredo nel suo complesso torna a crescere nel 2015, per la prima volta dopo sette anni (tranne il “rimbalzino” del 2010), con un aumento della produzione del 2,6%, che non si deve soltanto i mercati esteri (molto dinamici, con una crescita attorno al 6%), ma anche a quello domestico, che in un anno ha recuperato circa l'1 per cento.

Alla vigilia del Salone del Mobile di Milano (dal 12 al 17 aprile alla Fiera di Rho ), FederlegnoArredo – la Federazione che rappresenta le aziende del comparto e organizza il Salone – diffonde le stime sui dati 2015, che testimoniano il ritorno del segno positivo per tutto il settore. Davvero tutto. Perché, rispetto agli scorsi anni, il valore del comparto è stato calcolato per la prima volta allargando il bacino delle imprese considerate, analizzando la filiera nella sua interezza e incrociando i dati Istat tradizionalmente utilizzati con quelli di altri istituti. «Abbiamo azzerato tutto – spiega il presidente di Assarredo Giovanni Anzani, tra i promotori di questo nuovo modello di calcolo – e deciso di lavorare in un'ottica di filiera integrata, mettendo in fila tutte le sue componenti, anche quelle prima escluse o quelle che erano state sottovalutate per numeri e valore».

Accanto alle aziende del mobile in senso stretto (nel 2015 quasi 30.500 aziende per oltre 181mila addetti, secondo il nuovo censimento) e quelle del legno (quasi 31.500 imprese e 113.700 lavoratori), il nuovo sistema ha preso in considerazione anche le imprese “a monte” del comparto, come ad esempio quelle che operano nell'importazione e commercio della materia prima. Non solo: il censimento è stato elaborato aggiungendo ai tradizionali dati utilizzati anche quelli raccolti attraverso Unioncamere e Confcommercio. La correttezza di tutti i dati elaborati è stata poi verificata e confermata dal confronto con le elaborazioni di Eurostat e Fondazione Edison.

Il risultato, spiegano da FederlegnoArredo, è la fotografia di un comparto decisamente più ampio e articolato rispetto a quanto si ritenesse in passato. Per intendersi, le dimensioni del macrosistema legno-arredo, comprensivo del commercio di legno e legname, raggiungono con questo sistema di calcolo un fatturato di 39,7 miliardi per il 2014, contro i 26,7 miliardi calcolati con il metodo precedente, che escludeva non solo il commercio, ma anche altri attori della filiera. Applicando il nuovo modello al 2015, il comparto raggiunge un valore di 40,7 miliardi – mettendo a segno, su base annua, l'incremento del 2,6% sopra citato – e conta 81.500 aziende che danno lavoro a 326.500 persone. Va precisato che questa crescita non risulta soltanto utilizzando il nuovo sistema di calcolo, ma è stata confermata anche da un confronto con il “vecchio” modello.

Quello che cambia è invece la visione sul settore, con l'obiettivo di rappresentarlo nel modo più completo: «Perché dietro le aziende medie e medio-grandi più note, soprattutto quelle dell'arredo, c'è tutta una filiera di piccoli artigiani detentori di quel “saper fare” italiano che rende grande il made in Italy nel mondo», spiega Anzani. Proprio la presenza di una filiera integrata, fa notare ancora il presidente di Assarredo, è tra le ragioni dei risultati raggiunti dall'arredamento italiano, secondo al mondo per esportazioni (alle spalle della Cina) e secondo anche per saldo commerciale netto, sempre dietro la Cina e inseguito a grande distanza da tutti gli altri Paesi, Germania compresa.

La parte del leone, all'interno di questa filiera integrata, spetta proprio al macrosistema arredamento, che da solo vale 24,9 miliardi e nel 2015 è cresciuto del 3,5%, in gran parte grazie alle esportazioni (+5,8%, a quota 12,4 miliardi), ma anche al mercato interno (11,6 miliardi, con un +1% sul 2014). Merito soprattutto del bonus mobili, ma anche di una ripartenza generale dell'economia del Paese. Il comparto arredo è anche quello che conta al suo interno il maggior numero di società di capitali, dunque di dimensioni maggiori, per le quali è più facile esportare e che per questo sono state capaci di reagire meglio di altre alla crisi degli ultimi anni. Decisamente più orientato al mercato interno è invece il comparto del legno e dell'edilizia-arredo, che genera in italia oltre 7,5 miliardi su un totale di 13 miliardi di fatturato. Il comparto del commercio di legno e legname vale quasi 2,8 miliardi e anch'esso nel 2015 ha registrato un aumento.

Le prospettive per il 2016 sono positive per tutta la filiera, con l'atteso consolidamento di alcune dinamiche già avviate nel 2015, tra cui una ripartenza del settore costruzioni (Ance stima un +1% per l'anno in corso), e la conferma degli incentivi fiscali per le ristrutturazioni e per l'acquisto di mobili. Anche l'andamento del mercato del lavoro dà buoni segnali, con una significativa riduzione della cassa integrazione utilizzata nel settore, scesa a 31,3 milioni di ore nel 2015 contro le i 45,6 milioni di ore dell'anno prima.

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