Il clima sembra davvero essere cambiato all'apertura della 55esima edizione del Salone del Mobile di Milano, da oggi fino a domenica prossima al quartiere espositivo di Rho. Se l'anno scorso gli imprenditori dell'arredo-design dichiaravano di attendere i primi segni di una ripresa, per molti di loro, quest'anno, la speranza è diventata certezza. Secondo le stime sui consuntivi 2015 elaborate dall'associazione di categoria FederlegnoArredo (Fla), il macrosistema arredamento ha ripreso a crescere, dopo sette anni di perdite quasi continue, con un aumento del fatturato alla produzione del 3,6% rispetto al 2014. La sorpresa è stata la ripartenza anche del mercato italiano, dove si sono registrate vendite in aumento dell'1% circa, trainate soprattutto dal bonus mobili.
Ma il motore decisivo per la crescita restano i mercati esteri che – nonostante le incertezze sul piano geopolitico e il rallentamento di alcuni Paesi emergenti – hanno dato risultati molto positivi, con un incremento delle esportazioni del 6,1% nel 2015, raggiungendo i 12,4 miliardi di euro. Alcuni Paesi in particolare (Stati Uniti, Regno Unito, Cina) hanno dimostrato un dinamismo notevole, che sembra confermato anche nei primi tre mesi dell'anno in corso. Soltanto la Russia, e le vicine repubbliche ex sovietiche, suonano il controcanto, anche se molti imprenditori si attendono comunque una buona presenza di buyer russi al Salone.
La sfida che dunque attende le aziende del settore nei prossimi mesi e anni – afferma il presidente di Fla e del Salone del Mobile, Roberto Snaidero – è accelerare ulteriormente sul fronte internazionalizzazione, consolidandosi sui mercati già presidiati e guadagnando quote nei Paesi con maggiori potenzialità di crescita. Stati Uniti e Cina sono le aree su cui la Federazione sta investendo di più, anche grazie al sostegno del ministero per lo Sviluppo economico e dell'agenzia governativa Ice, con strategie strutturate e continuative di promozione e sostegno a favore delle imprese italiane. Basta ricordare ad esempio la grande mostra-evento sul design made in Italy tenutasi lo scorso dicembre a Miami, o le numerose missioni di incontro con i professionisti del settore : «Grazie a queste attività – afferma Snaidero – al Salone di quest'anno prevediamo di aumentare la quota di visitatori statunitensi, già numerosi negli scorsi anni». E molte sono, grazie anche alle delegazioni ufficiali invitate da Fla, le presenze in arrivo dalla Cina, dove il prossimo novembre il Salone del Mobile lancerà l'edizione di Shanghai. Si sta lavorando per costruire anche per il Messico un progetto continuativo sul modello degli Usa o della Cina perché, dice ancora il presidente di Fla, «è un Paese dinamico e molto interessato ai prodotti made in Italy, con inoltre il vantaggio di non avere quei dazi doganali che ostacolano le nostre esportazioni verso altri Paesi dell'America Latina».
E poi ci sono le nuove frontiere, come l'Iran, dove molte aziende italiane del mobile hanno iniziato a lavorare già prima della fine delle sanzioni (lo scorso gennaio) e da dove arriverà al Salone, per la prima volta, una delegazione ufficiale. Mentre il prossimo luglio Fla organizzerà una nuova missione di incontri B2B tra imprese italiane e operatori iraniani.
Fino a qui le strategie di sistema. Il resto spetta alle singole aziende, che da oggi a Milano avranno a disposizione la più grande vetrina internazionale del settore: quel Salone del Mobile che in sei giorni porterà in fiera circa 2.400 espositori e oltre 300mila operatori da 160 Paesi. Aziende che, per uscire dalla crisi e competere sui mercati internazionali, hanno investito nell'innovazione dei prodotti e dei processi produttivi, ma anche sul personale, puntando su figure professionali (come gli export manager) capaci di promuovere imprese e brand sui decisivi mercati globali.
© Riproduzione riservata