Economia

Marangoni, al via il negoziato sui tagli

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Industria

Marangoni, al via il negoziato sui tagli

rovereto (tn)

Giorni decisivi per il Gruppo Marangoni, l’azienda di pneumatici di Rovereto, in provincia di Trento, 298 dipendenti e un fatturato 2014 di 356 milioni di euro. Giovedì prossimo, nella sede della Provincia autonoma, azienda e sindacati si incontreranno di fronte all’assessore all’industria Alessandro Olivi per definire il piano di ristrutturazione e il numero di esuberi che coinvolgeranno l’azienda a partire dal 24 agosto, ovvero dalla fine della cassa integrazione straordinaria. «Ci aspettiamo un numero compreso tra 100 e 120 - dice Marco Ravelli, segretario Femca-Cisl di Rovereto -, così come indicato dalla proprietà nell’ultimo incontro avuto con i lavoratori, il 23 marzo. Il numero è nettamente superiore rispetto ai 50 licenziamenti annunciati nell’agosto del 2015». Le parti sociali contestano da un lato l’alto numero di esuberi previsti, in assenza di un piano industriale che indichi come siano stati spesi i finanziamenti pubblici già ricevuti - è stato adottato lo strumento del lease-back (la vendita, con ricavi immediati, e il successivo riacquisto, scaglionato, di beni strumentali) - e come verrà riacquistata la competitività di fronte alla concorrenza asiatica, dall’altro il ruolo della Provincia, chiamata ad intervenire fattivamente per tutelare lavoratori e famiglie. La tensione crescente ha portato ieri ad una spaccatura nelle Rsu: durante l’assemblea dei lavoratori che si è svolta in fabbrica due dei sei componenti, i rappresentanti dei Cobas, hanno deciso di indire per la giornata di giovedì uno sciopero di 8 ore.

All’orizzonte, però, una alternativa agli esuberi sembra essere difficile: «In Marangoni si stanno adottando ammortizzatori sociali da 8 anni - continua Ravelli -; per prorogare la Cigs devono esserci investimenti seri. Qui non pare ci siano: l’azienda ha già ridimensionato gli altri stabilimenti italiani (Feltre, Frosinone, Anagni, ndr), sposterà la produzione di gomme piene in Sri Lanka, concentrerà a Rovereto la produzione di mescole». Recita l’ultima nota dell’azienda: «La crisi derivante dalla concorrenza cinese si è fortemente acuita e ha cambiato completamente gli scenari, che impongono un ridimensionamento degli assetti produttivi e organizzativi aziendali, con l’obiettivo di trovare una configurazione sostenibile».

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