Economia

Per Banco Napoli e Srm il Sud aggancia una timida ripresa

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CONGIUNTURA

Per Banco Napoli e Srm il Sud aggancia una timida ripresa

Nel 2015 l’economia meridionale ha mostrato una timida ripresa e nel 2016 si prevede un’accelerazione della crescita. È quanto, in sintesi, attesta l’analisi curata da Banco di Napoli ed Srm di Intesa Sanpaolo che incrocia l’osservazione dell’andamento economico con le performance dell’istituto di credito che concentra la propria presenza nelle regioni meridionali.

Il Pil del Mezzogiorno nel 2015 è cresciuto dello 0,3%, come spesso accade è cresciuto meno di quello italiano (0,8). In Campania, poi, il Pil cresce meno anche rispetto alla media del Sud, mettendo a segno solo lo 0,2% . «Poco _ commenta il dg del Banco di Napoli, Francesco Guido – ma compare un segno positivo e si inverte una tendenza negativa in atto da molto tempo».
Il lieve miglioramento viene confermato anche dall’analisi di altre variabili socio-economiche: la spesa per consumi, a esempio, aumenta in Campania nel 2015 rispetto al 2014 dello 0,9% in linea con quella meridionale (0,8) e quella italiana (0,9).

Delude invece l’export della Campania con solo +2,8%, a fronte di un incremento nel Sud del 4% e del 3,8% in Italia. «Un trend – precisa il dg di Srm, Massimo Deandreis _ che senz’altro risente del calo del prezzo del petrolio. Ma registra un andamento migliore se si considerano le filiere produttive». Sud e Campania infine vanno meglio per quanto riguarda gli occupati: +1% in Campania e 1,6% nel Sud contro lo 0,8% della media Paese.

Positiva è la crescita delle imprese (+2%) nel Mezzogiorno, e ancor più (+0,9%) in Campania (a fronte del -0,1% dell’Italia nel complesso). Crescono sopratutto le imprese di capitale «segno – secondo Srm – di un ispessimento della struttura imprenditoriale».

Speculare rispetto al miglioramento dell’economia del Mezzogiorno è anche il bilancio del Banco di Napoli per il 2015. L’ististuto di credito, con forte presenza e radicamento nelle regioni del Mezzogiorno continentale, ha registrato un incremento degli impieghi (+5%) e del complesso dell’attività finanziaria erogata alla clientela del 2%. Vanta poi sofferenze nette per il 5%, inferiori rispetto alla media del sistema in Italia.

Per il 2016 Srm e Banco di Napoli prevedono un’accelerazione dei ritmi di crescita. Il valore aggiunto dovrebbe crescere dello 0,6% al Sud e in Campania (un pò meno dell’1% dell’Italia), sarà comunque trainato dall’industria manifatturiera, soprattutto da quella che esporta. L’occupazione segnerà +0,4 e + 0,3% contro lo 0,7 del Paese intero.
La timida ripresa sarà trainata dai settori di punta del manifatturiero: alimentare, automotive, farmaceutico, abbigliamento moda. Ma tireranno anche per logistica e turismo (si pensi che la domanda estera di Mezzogiorno è cresciuta del 10,4% in termini di spesa, più del doppio del dato nazionale).
Su questi settori e su tutte le “eccellenze “ dell’area il Banco di Napoli concentra le proprie capacità di sostegno e finanziamento, oltre che di assistenza all’export, alla innovazione e alla formazione. Spinge decisamente sui distretti e filiere industriali .
L’andamento del Banco resta ampiamente positivo anche nel primo trimestre del 2016, quando gli impieghi sono cresciuti dell1,5% rispetto allo stesso trimestre del 2015, i mutui erogati sono aumentati del 120%, l’attività finanziaria alla clientela è stata incrementata di 500milioni.

Ma – mettono in guardia Banco di Napoli ed Srm – esiste ancora a svantaggio del Sud un forte gap innovativo che potrebbe addirittura ostacolare la ripresa. I dati Eurostat evidenziano per l’Italia una spesa in ricerca e sviluppo pro capite di 351,6 euro, molto inferiore ai 542 della media Ue . Tale spesa scende a 225,5 euro in Campania e addirittura a 164,7 nel Mezzogiorno. E non è tutto: solo il 4,3% delle domande di brevetto depositate in Italia proviene dal Sud.

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