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Dossier L'arredo classico prova il rilancio

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Dossier | N. 35 articoliSalone del Mobile 2016

L'arredo classico prova il rilancio

«Sui mercati esteri, emergenti e non, i primi ad arrivare siamo stati noi. Il design è arrivato dopo». Per Gabriele Provasi – architetto e responsabile dei progetti dell’azienda di famiglia (25 milioni di euro e 60 addetti tutti in Brianza) – questo è l’anno dell’orgoglio ritrovato.

Da anni considerato la “Cenerentola” del settore arredo – per la ridondanza dei decori e la pienezza delle forme – questa edizione del Salone restituisce piena cittadinanza al Classico. Pari dignità suggellata dalla mostra-evento «Before Design: Classic» e da un cortometraggio firmato dal pluripremiato regista Matteo Garrone.

«Siamo stati apripista – ha spiegato Luciano Colombo, titolare della Annibale Colombo e coordinatore del settore per Federlegno – di tutti i mercati oggi maturi ed ora degli emergenti. E occupiamo quasi il 40% degli spazi espositivi con oltre 420 aziende».

Un settore tutt’altro che trascurabile. Oltre 1 miliardo di euro di fatturato (secondo Federlegno) e un export che supera il 90 per cento. Si vende in Russia e negli Usa, negli Emirati Arabi e in Cina. Tiene il canale retail. Ma i fatturati si fanno sui progetti. Più un “su misura” che un vero “contract”: edilizia privata di lusso.

«Il vero problema oggi è la Russia – spiega David Bordignon, Ceo della Camillo Bordignon (6 milioni di euro di fatturato per il 90% da export e 30 dipendenti ) –. Con il fatto che si vende franco-fabbrica, tutti i costi di trasporto e sdoganamento sono a carico del cliente. Circa 400 euro al metro cubo. È evidente che con il rublo in caduta diventa difficile restare competitivi. Intanto da 3 anni abbiamo aperto uno show-room negli Usa e stiamo investendo sulla Cina».

«In Russia – spiega Serena Martini, responsabile commerciale di Martini ( 6 milioni di fatturato e 40 addetti) – data l’instabilità del rublo , i clienti temono che tra progettazione e consegna gli aumenti siano eccessivi. Dai preventivi alla conclusione del progetto può passare anche un anno e mezzo».

«Anche per questo – ha concluso Grabriele Provasi – andremo in Cina. Prima dell’estate apriamo a Chengdu. Entro l’anno a Shanghai».

«Stiamo sviluppando monomarca anche a Londra e Miami – spiega Andrea Gullo, di Officine Gullo (tradizionali cucine in metallo fiorentine, 8 milioni di fatturato e 40 addetti) – . Città del design, maanche di neo- residenti facoltosi da Cina, Russia, Paesi arabi e India».

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