Economia

Almaviva, ipotesi ritiro della mobilità

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Industria

Almaviva, ipotesi ritiro della mobilità

  • –Francesco Prisco

Si viaggia verso il ritiro temporaneo della procedura di mobilità aperta da Almaviva Contact verso i suoi 2.990 esuberi. La richiesta all’azienda è arrivata ieri nell'incontro al ministero dello Sviluppo economico dal viceministro Teresa Bellanova. Il percorso è quello di sospendere, per ora, i licenziamenti, gestire le eccedenze attraverso i contratti di solidarietà fino a novembre prossimo e, quindi, entrare nel merito della questione in autunno. Perché, almeno per ora, una soluzione non c’è.

La società attiva nel business dei contact center che deve fare i conti ogni mese con ingenti perdite si è presa 48 ore per decidere. I margini di manovra con Fistel, Slc e Uilcom non sono molto ampi, anche considerando il periodo particolarissimo in cui cade questa vertenza, con tanto di clima elettorale alle porte. Se ne parlerà in sede sindacale, lunedì prossimo, a Unindustria Roma e poi di nuovo al Mise mercoledì, così da fare il resoconto della situazione.

«Non ho oggi la soluzione – ha detto subito dopo l’incontro il viceministro - e siamo in una fase complicata perché dobbiamo comporre ciò che nessuno ha saputo comporre fino a ora, e chi propone ricette facili specula sulla vita delle persone. Noi però a questo tavolo prendiamo impegni concreti. La clausola sociale è realtà, ora va realizzata nell'intesa tra le parti». L’idea è infatti quella di coinvolgere ai tavoli le committenze, così da provare a superare insieme la crisi strutturale del comparto dei call center, vincolandole al rispetto delle regole. «La cosa positiva – spiega Slavo Ugliarolo di Uilcom – è che c’è stata interlocuzione. Noi ci siamo detti pronti a collaborare con tutti alla ricerca di regole condivise in un settore che spesso non rispetta le leggi», come l’articolo 24 bis del testo contro le delocalizzazioni. Per Michele Azzola di Slc «se ci dovrà essere la solidarietà, la vogliamo orizzontale: siamo contrari all'individuazione delle aree in esubero». Giorgio Serao di Fistel parla della «necessità di “comprare tempo” con gli ammortizzatori sociali, per poi chiamare le committenze e gli outsurcers alle proprie responsabilità. Non possiamo parlare di esito soddisfacente dell'incontro, ma questa è l’unica via che abbiamo».

.@MrPriscus

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