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Gibus rivoluziona l’azienda e punta su Medio Oriente e Australia

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Gibus rivoluziona l’azienda e punta su Medio Oriente e Australia

Ci sono il Medio Oriente e l’Australia nel futuro di Gibus, azienda padovana specializzata nella produzione di schermature solari, pergole e vetrate, e un obiettivo ambizioso: portare in tre anni la quota export dall’attuale 30 al 50% dei ricavi e raggiungere, sempre nei prossimi tre anni, i 38 milioni di fatturato, dagli attuali 31.

È tutto nuovo il vigore con cui il gruppo affronta il 2016. Già l’anno scorso ha scelto la via della riorganizzazione aziendale e dell’internazionalizzazione e oggi se ne vedono i frutti: «Abbiamo lavorato sulla riconoscibilità del marchio - dice l’amministratore delegato Gianfranco Bellin -, alzando la qualità del prodotto e aumentando il design. Abbiamo investito in ricerca e innovazione, su cui mettiamo 1,2 milioni ogni anno, usato nuovi materiali e progettato nuovi modelli, come le pergole con le viti a scomparsa. Trasformando il processo artigianale che ci caratterizzava dal 1987 in un vero e proprio processo industriale strutturato e capace di rspondere alle esigenze del mercato».

Filosifia che comporta una rete di servizi (montaggio, distribuzione) altamente specializzata; per questo Gibus ha creato un pool di country manager e gli “Atelier Gibus”, 350 nel mondo di cui 250 in Italia. «Si tratta di una sorta di centro dedicato alla clientela che si occupa non solo della vendita ma anche del montaggio, con operai specializzati e formati direttamente nella nostra sede di Saccolongo». Proprio per formare montatori e addetti, Gibus ha creato il Red Hub, ovvero il laboratorio di formazione che organizza ciclicamente giornate formative sul prodotto.

Oggi Gibus conta 150 dipendenti diretti. Nel 2015 ha scelto di chiudere gli stabilimenti di Cuneo e Pistoia e di concentrare tutta la produzione e la progettazione nei due stabilimenti di Saccolongo e Veggiano, entrambi nel Padovano, a cui si è recentemente aggiunto un nuovo capannone per la logistica di 2.500 metri quadri. «Non delocalizziamo la produzione all’estero - continua Bellin - è troppo difficile trovare operai specializzati. Preferiamo invece curare le competenze e fidelizzare persone che poi non abbandonino l’azienda».

All’estero, invece, oltre alla creazione degli Atelier, Gibus cerca partnership con società locali per poter espandere il proprio mercato. Nei prossimi mesi si concretizzerà una joint venture con la società Vanguard Blins di Brisbane, in Australia, produttrice di sistemi per l’outdoor, con cui c’è già un accordo per la condivisione del marchio, mentre i country manager stanno studiando le opportunità negli Emirati Arabi Uniti, con particolare attenzione all’Iran.

Anche il mercato italiano resta sotto la lente. «Grazie ai nostri sforzi - conclude Bellin, che è anche presidente di Assotende, raggruppamento interno di Federlegno - la Finanziaria dello Stato applica le detrazioni del 65% relative al risparmio energetico anche alle tende da sole, purché accostate alla casa. Questo è un buon segnale per stimolare il mercato interno».

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