Economia

Nasce l’agenzia per attrarre investimenti esteri in Veneto

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COMPETITIVITÀ

Nasce l’agenzia per attrarre investimenti esteri in Veneto

L’area di Porto Marghera sta ancora aspettando che si decida unanimemente sul soggetto attuatore che dovrà effettuare le bonifiche; siamo lontanissimi dalla decisione sulla destinazione dell’area e ancor di più dal procedere con la re-industrializzazione di uno dei siti produttivi più grandi d’Europa.

È un esempio emblematico, quello di Porto Marghera, di quanta difficoltà ci sia in Veneto per trovare accordi di sistema e posizioni comuni tra istituzioni, enti privati, soggetti economici. La regione che per decenni ha fatto da traino all’economia italiana grazie ad un numero elevatissimo di Pmi che negli anni sono cresciute, hanno internazionalizzato, affrontato la crisi, hanno saputo innovare e ristrutturarsi, non riesce ancora ad avere visioni di sistema sui principali temi economici e industriali del territorio.

È forse questo uno dei motivi che rende il Veneto, agli occhi degli investitori esteri, meno attrattivo di altre regioni d’Italia, Piemonte e Lombardia in primis, e con minori occasioni di business. Nonostante, infatti, le operazioni di merger & acquisition in Italia siano aumentate negli ultimi anni, sia in termini numerici che di stock, il Veneto, secondo i dati Unioncamere, è passato, dal 2013 al 2014, da attrarre 911 milioni di investimenti a soli 158, con una contrazione che sfiora l’85%. Migliorano in dati relativi al 2015, ma il Veneto si posiziona sempre al quarto posto dietro Lombardia, Lazio, Emilia Romagna e Piemonte.

Del tema si è discusso durante il convegno organizzato a Mestre da Confassociazioni International, assieme a Confassociazioni, Unioncamere e Ice, che ha riunito rappresentanti dell’impresa, della Regione, del mondo universitario e delle Camere di commercio. Si è trattata della seconda tappa del road show che Confassociazioni International sta portando in diverse città italiane con l’obiettivo di stimolare una riflessione sulle criticità del sistema Paese in merito agli Ide e per mettere a fuoco le strategie migliori che ogni territorio può realizzare (a tal proposito sarà anche realizzata una pubblicazione finale da portare all’attenzione del Governo).

«L’alto costo del lavoro, la pressione fiscale, l’incertezza della norma, la burocrazia allontanano gli investitori – ha detto il presidente di Confindustria Venezia-Rovigo Matteo Zoppas -. L’unico valore su cui puntare è il made in Italy, su cui però non possiamo fare affidamento in eterno: va rinnovato, continuamente, con l’innovazione, la ricerca e sviluppo, la formazione e la valorizzazione del capitale umano». «Il rinnovamento del made in Italy e puntare sulle reti e sulle sinergie è la scelta vincente», ha aggiunto Angelo Deiana, presidente di Confassociazioni, ma «bisogna fare presto», ha aggiunto Salvo Iavarone, presidente di Confassociazioni International.

Molto si sta facendo a livello nazionale, tra azioni di promozione congiunta – vedi il piano per il made in Italy approntato dal ministero dello Sviluppo economico, o le inziative sulla formazione per attrarre studenti stranieri in Italia – ma molto c’è ancora da fare e molto si può fare anche a livello regionale. «Rivedremo la modulistica e gli adempimenti burocratici che riguardano le iniziative imprenditoriali, ora troppo farraginosi – promette l’assessore del Veneto al Commercio estero Federico Caner, spingendosi anche oltre -: stiamo definendo la realizzazione della nuova Agenzia regionale per gli investimenti, che si chiamerà “Invest in Veneto”. Veneto Promozione non è più lo strumento adatto. Nascerà una nuova agenzia che metterà attorno ad un tavolo, forse prima dell’estate, imprese, università, centri di ricerca, associazioni di categoria, per individuare insieme le strategie migliori per costruire l’immagine del Veneto e attrarre investimenti dall’estero».

La regia di questa nuova iniziativa potrebbe essere appannaggio di Veneto Sviluppo, dicono dalla Regione, lo strumento finanziario regionale che sta acquistando e acquisterà in futuro un ruolo sempre più fattivo nelle dinamiche economiche del territorio.

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