Economia

Almaviva, ancora un rinvio sulla mobilità

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Industria

Almaviva, ancora un rinvio sulla mobilità

  • –Andrea Biondi

Nulla di fatto e tutto rimandato a mercoledì. Domani Almaviva Contact e sindacati si troveranno nella sede del Mise per cercare di sventare l’ipotesi licenziamento che pende su 3mila lavoratori. L’incontro di ieri però non è andato per il verso giusto. In serata in un comunicato l’azienda, pur confermando «la disponibilità ad individuare soluzioni alternative alla procedura di licenziamento in corso», si è detta «costretta a rilevare con sconcerto l’indisponibilità delle organizzazioni sindacali a proseguire un confronto che avrebbe dovuto necessariamente investire altre problematiche».

Tutto questo è avvenuto dopo l’incontro della scorsa settimana fra impresa, sindacati e il viceministro Teresa Bellanova che aveva aperto qualche spiraglio sulla possibilità di ritirare i licenziamenti, prendendo tempo con ammortizzatori sociali in attesa di misure per il rilancio del settore (sulle cui condizioni di difficoltà per i lavoratori è intervenuto anche Papa Francesco) chieste dall’azienda, come dai sindacati, ma che la stessa azienda ha considerato prese un po’ troppo sottogamba, da istituzioni e legislatore in primis. Da qui l’avvio della procedura. «Vedremo cosa succederà mercoledì – spiega Giorgio Serao (Fistel Cisl) – ma ad ora non ci siamo trovati d’accordo. Eppure eravamo fiduciosi». Il punto sul quale si è arenata la trattativa sono i contratti di solidarietà. I sindacati li vorrebbero per tutte le sedi del gruppo in Italia mentre l’azienda solo nelle tre sedi interessate dalla procedura. Il che per i sindacati significa, forse, cristallizzare esuberi. «La vertenza è aperta e sarà ora importante capire la mediazione del Governo», commenta Salvo Ugliarolo (Uilcom).

Intanto ieri si è riunito il tavolo di crisi per il settore dei call center. Il Governo, con il viceministro Bellanova, ha proposto (oltre alla revisione dell’articolo 24 bis sulle delocalizzazioni), un fondo per l’innovazione. Il percorso di trasformazione del settore «deve avvenire all’interno di un quadro di regole chiaro e univoco per tutti» quindi occorre mantenere «saldamente come unica sede di riferimento il Contratto nazionale di lavoro Tlc», ha affermato Laura Di Raimondo, direttore di Assotelecomunicazioni-Asstel.

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