Economia

Fabriano a caccia di imprenditori

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Industria

Fabriano a caccia di imprenditori

  • –Ilaria Vesentini

FABRIANO (AN)

Sul piatto ci sono 43 milioni di euro, 26 milioni ministeriali dalla rimodulazione dell’Accordo di programma del 2010 per il rilancio dell’area di crisi ex Antonio Merloni e altri 17 milioni europei della programmazione Por Fesr. Ma chi mangerà in quel piatto e contribuirà concretamente a ricostituire il tessuto produttivo del Fabrianese, dove tra elettrodomestici e cappe i sindacati fanno il conto si siano persi nel frattempo almeno 6mila posti di lavoro?

È questa la domanda in cerca di risposta dopo l’incontro organizzato ieri pomeriggio dalla Regione Marche, con Mise e Invitalia, a Palazzo Raffaello per illustrare operativamente le misure volte a sostenere gli investimenti di start-up, Pmi e grandi imprese nei 56 comuni tra Ancona, Macerata e Pesaro da sei anni alle prese con l’emorragia lasciata dalla chiusura dell’Antonio Merloni. «Sono due strumenti sinergici e complementari, quello ministeriale della legge 181/89 dedicato agli investimenti più cospicui, che è stato notevolmente semplificato e snellito, e quello regionale mirato al sostegno di progetti sotto la soglia di 1,5 milioni di euro», spiega l’assessore regionale alle Attività produttive, Manuela Bora. Il successo dipenderà dalla capacità dei territori e degli imprenditori di lavorare insieme per presentare proposte progettuali adeguate e meritevoli.

E torna in primo piano il progetto industriale di Giovanni Porcarelli della Jp Industries, che a fine 2011 aveva strappato per appena 12 milioni di euro i tre stabilimenti dell’ex Ardo (Santa Maria e Maragone a Fabriano e quello Gaifana (Nocera Umbra)dalla procedura concorsuale per dedicarsi al bianco nell’alto di gamma, con l’impegno di riassorbire 700 degli oltre 2mila dipendenti dell’Antonio Merloni. «I 700 addetti sono ancora quasi tutti in cassa integrazione – ricorda il coordinatore nazionale Uilm Gianluca Ficco – e non mi sembra facile che la rimodulazione della 181 sblocchi l’impasse della Jp. Era un’operazione rischiosa in fase di start-up e lo è ancora di più oggi, di fronte a una situazione di mercato difficile e a un rapporto di Porcarelli con le banche a dir poco complesso dopo oltre quattro anni di scontri nelle aule dei tribunali». Le tre fabbriche rilevate da Porcarelli lavorano a singhiozzo (con 200 addetti a rotazione) perché manca il circolante e le sei banche creditrici dell’ex A.Merloni che si sono opposte alla svendita Ardo sono ancora al Tar per la suddivisione dei costi e delle perizie processuali.

Nelle prossime settimane la Regione ha annunciato altri due incontri operativi con le imprese tra Fabriano e Ancona per valutare la miglior copertura dei nuovi investimenti, tra i 26 milioni di cofinanziamento governativo (unica finestra dal 1° al 30 giugno 2016) e i 17 di Bruxelles (di cui 10,7 per i prossimi due anni con un procedura valutativa fino a esaurimento del plafond). «Noi contiamo che i nostri imprenditori colgano questa opportunità e che tornino in pista alcuni progetti già presentati con il primo accordo di programma e poi congelati», commenta il direttore di Confindustria Marche, Paola Bichisecchi.

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