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Manager italiani tra i più ottimisti d’Europa. E sognano la casa…

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Manager italiani tra i più ottimisti d’Europa. E sognano la casa di proprietà

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Gli italiani sono sempre più attenti allo stato di salute del pianeta e alle grandi sfide ambientali, e lo è ancora di più la business community, cioè imprenditori, professionisti, dirigenti e quadri intervistati da Doxa Marketing Advice (un campione di 200 persone in ciascuno di cinque Paesi, Italia, Francia, Germania, Regno Unito e Polonia, cui si aggiungono 1.000 interviste a un pubblico generico, tutte realizzate online) nell’ambito di una ricerca commissionata dal gruppo cartario Sofidel per capire quali sono gli obiettivi prioritari per i prossimi dieci anni, e qual è l’”indice di ottimismo” rispetto al raggiungimento di questi risultati.

La ricerca, presentata a Milano all’apertura delle celebrazioni per i 50 anni del gruppo lucchese, punta a indagare cosa la business community ritiene prioritario rispetto a tre macro-aree (economia, relazioni, salute/benessere), su un asse temporale presente (da qui a 1 anno) e futuro (10 anni), rispetto al proprio mondo personale, al mondo vicino (città, Paese) e al mondo in generale. Al campione è stato chiesto cosa desidera, ma anche cosa crede concretamente realizzabile, così da stabilire la differenza tra sogno (desideri irrealizzabili) e realtà (progetti che credono concretamente realizzabili) e da calcolare un “indice di ottimismo”.
La cosa sorprendente è che la business community italiana risulta essere più ottimista della popolazione generica, e spesso la più ottimista d’Europa eccetto la Polonia che, immersa in una fase di effervescenza economica, ha valori di ottimismo fuori scala.
Guardando all’area economica, la business community trova prioritario per “il proprio mondo” l’acquisto della casa, rispetto alla carriera e al miglioramento dei propri investimenti. L’adozione di uno stile di vita più sostenibile è all’ultimo posto nella sfera personale, ma le tematiche ambientali diventano sensibilmente più importanti quando si parla di “mondo vicino”, dove lo sviluppo sostenibile è secondo solo alla crescita dell’economia circolare nelle tematiche economiche e terzo in generale; mentre nel “mondo lontano” adottare misure contro il riscaldamento globale sale addirittura al primo posto.

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