Avere alle spalle una storia di grande spessore, con relativa e gradita abbondanza sul fronte della creatività, mette spesso di fronte a scelte difficili. Come nel caso di Patek Philippe, che in questo 2016 vede il proprio calendario dividersi tra le celebrazioni di due anniversari importanti: i 20 anni del Calendario Annuale e i 40 dell'intramontabile Nautilus. Due pietre miliari dell'ultima realtà orologiera ginevrina rimasta indipendente (nata il 1° maggio 1839 e dal 1932 sotto la guida della famiglia Stern) che ha così deciso di consacrare ad esse un semestre ciascuno, per evitare un'inevitabile concorrenza interna e soprattutto per spingere ulteriormente un business costantemente accompagnato da un segno positivo.
Business che, secondo gli analisti di Vontobel, è cresciuto passando dai circa 800 milioni di franchi svizzeri del 2007 fino agli 1,28 miliardi del 2014, con un incremento vicino al 60% per una market share mondiale ben sopra al 3%. Un fatturato importante, ancor più significativo se si considera la limitata produzione della manifattura di Plan-les-Ouates, passata da circa 40mila pezzi l'anno a poco meno di 60mila nel medesimo arco temporale. Numeri limitati, che danno per scontato un posizionamento di prodotto rigorosamente “high-end” con un listino che in Italia parte dagli 11mila euro circa del Twenty-4 al quarzo in acciaio tra i femminili, e da circa 18mila per i modelli da uomo con il Calatrava carica manuale in oro giallo.
Numeri, ancora, destinati a salire ulteriormente nel breve-medio termine quando, nel 2018, il presidente Thierry Stern taglierà il nastro dell'ampliato impianto produttivo alle porte di Ginevra costato 500 milioni di franchi svizzeri, circa 460 milioni di euro. Tornando al presente, spazio quindi al rinnovato Calendario Annuale brevettato, lanciato per la prima volta nel 1996 e da allora riproposto, tra modelli da uomo e da donna, in ventuno versioni, tutte ricercate nei materiali come da tradizione di un brand che vede oggi l'utilizzo di metalli preziosi in circa l'80% della sua produzione, a fronte di una limitata offerta in acciaio. In oro bianco oppure oro rosa, il Calendario Annuale referenza 5396 è portabandiera di una delle complicazioni più utili dell'orologeria, un calendario, appunto, che richiede un solo aggiustamento all'anno, alla fine del mese di febbraio.
Presentato su cassa Calatrava (ma declinato negli ultimi due decenni anche nelle forme del Gondolo e del Nautilus), è un esempio di pulizia, eleganza e grande leggibilità. Numeri stile Breguet applicati, minuteria periferica tonda, lancette dauphine, in oro in accordo con la cassa. Quadrante opalino argenté per la referenza in oro rosa oppure grigio galvanico con finitura soleil per quella in oro bianco. Ad accomunarle è la visualizzazione del calendario, con doppia finestrella dedicata al giorno della settimana e al mese in posizione accentrata a ore 12, quella della data alle 6, e il contatore con scala delle 24 ore con all'interno l'indicazione delle fasi di luna, la cui precisione rispetto al vero ciclo lunare si discosta di un solo giorno ogni 122 anni. Un modello per appassionati (l'Europa è il primo mercato del marchio seguita da Asia, Stati Uniti e Middle East) mosso da un movimento a carica automatica calibro 324 S QA LU 24H, e certificato nella sua interezza dal Sigillo Patek Philippe, certificazione proprietaria del marchio con tolleranze (-3/+2 secondi giornalieri) ben più restrittive rispetto a quelle ammesse dall'industria orologiera svizzera.
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