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Dossier Prospettive di crescita per i gruppi del lusso

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    Dossier | N. 8 articoliRapporto Orologi

    Prospettive di crescita per i gruppi del lusso

    «Non è perché nel 2015 c'è stata una flessione dell'export che il settore è in crisi». Questa frase di Nick Hayek, ceo di Swatch Group, sintetizza l'atteggiamento prevalente tra i maggiori produttori di orologi svizzeri. Lo stesso Hayek ha ricordato che nel 2009 l'export elvetico nel settore era pari a 13 miliardi di franchi, mentre l'anno scorso (pur con un calo del 3,3% sul 2014) è stato pari a ben 21,5 miliardi di franchi. Dopo una lunga avanzata c'è stata - tra fine 2015 e inizio 2016 - una flessione per il settore, soprattutto a causa del rallentamento di alcuni mercati importanti tra cui quello cinese e della forza del franco che si fa sentire sui produttori del polo elvetico, il maggiore a livello mondiale in termini di fatturato. Ma le cifre sia del settore sia dei principali gruppi rimangono di rilievo e le prospettive per il medio e lungo periodo restano consistenti. Swatch Group e Richemont, entrambi quotati alla Borsa di Zurigo, sono i gruppi elvetici di maggiori dimensioni nell'industria orologiera, insieme alla Rolex che però non è quotata. Il gruppo francese Lvmh, leader mondiale nel lusso e quotato a Parigi, ha a sua volta raggiunto dimensioni robuste nel settore, anche grazie ai marchi svizzeri acquisiti.

    Swatch Group ha in portafoglio molti marchi sia nella gamma di base (soprattutto con Swatch appunto), sia in quella medio-alta (con Longines e Tissot tra gli altri), sia in quella dei marchi di lusso (tra cui Omega e Breguet). Nel 2015 Swatch Group ha registrato un fatturato di 8,45 miliardi di franchi, in calo del 3%; l'utile netto è stato di 1,11 miliardi di franchi, in discesa del 21%. Secondo Nick Hayek i problemi sono arrivati più che dalle fisiologiche frenate della Cina e di altri mercati asiatici, dalla forza eccessiva del franco e, nel finale del 2015 e in apertura del 2016, anche «dall'isteria che ha toccato i mercati borsistici», con riflessi negativi nell'immediato su una propensione al consumo che in realtà strutturalmente è ancora buona. Il gruppo mira comunque a una crescita del giro d'affari nel 2016 pari al 5-10% in monete locali.

    Richemont è un gruppo presente in più aree del lusso, con orologi e gioielli come rami principali. Nella gioielleria dispone di marchi come Cartier e Van Cleef & Arpels. Negli orologi ha, tra gli altri, Piaget, Lange & Sohne, Vacheron Constantin e Panerai. Richemont ha un bilancio in euro, che chiude in marzo. I risultati dell'ultimo esercizio, utile annuale compreso, saranno resi noti il 20 maggio prossimo. Nei primi sei mesi il gruppo ginevrino aveva realizzato un utile di 1,1 miliardi di euro (+22% rispetto all'anno precedente) e un fatturato complessivo di 5,82 miliardi di euro (+15%, ovvero +3% in monete locali). A fine dicembre, nei primi nove mesi, il fatturato complessivo del gruppo si è attestato a 8,74 miliardi di euro (rispetto a un anno prima +1% a cambi costanti e +11% a cambi correnti). Nel solo terzo trimestre c'è stato un fatturato a tinte miste (rispettivamente -4% e +3%). Nella gioielleria nei primi nove mesi il fatturato ha raggiunto i 4,78 miliardi di euro (+2% e +13% rispettivamente); nel solo terzo trimestre i ricavi sono stati di 1,60 miliardi di euro (-5% e +2%). Nel ramo orologi nei primi nove mesi il fatturato è stato di 2,57 miliardi di euro (-3% e +6%); nel solo terzo trimestre i ricavi sono stati pari a 826 milioni di euro (-4% e +1%). Il gruppo giudica una sfida il quadro economico attuale e ha deciso nel frattempo di snellire l'organico in Svizzera, tagliando 300 posti sui 9 mila che conta nel Paese.
    Lvmh ha una presenza ampia e articolata nel lusso. Nel comparto orologi e gioielleria conta tra l'altro sui marchi Bulgari, Hublot, Tag Heuer, Zenith. Nel 2015 il gruppo ha realizzato un fatturato complessivo di 35,66 miliardi di euro, in aumento del 16% sull'anno prima; l'utile netto è stato di 3,57 miliardi di euro, con un incremento del 20% se si escludono dal 2014 i guadagni straordinari legati alla distribuzione di azioni Hermès (includendoli c'è un calo del 37%). Il ramo orologi e gioielleria ha registrato un fatturato di 3,30 miliardi di euro (+19%). Il presidente e ceo Bernard Arnault ha sottolineato l'espansione concreta del gruppo nel 2015 e ha espresso fiducia nella capacità di affrontare le sfide del 2016. La corsa del lusso, e degli orologi, continua.

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