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Dossier Rolex completa il sigillo di precisione

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    Dossier | N. 8 articoliRapporto Orologi

    Rolex completa il sigillo di precisione

    Il Datejust 41, in acciaio e oro giallo o Everose, ha battezzato il primo discendente diretto: il 3235. Nuova versione dell'Oyster Perpetual Jubilee che omaggia il modello del 1965
    A scorrere i dati degli analisti si potrebbe pensare che in Rolex ci sia tempo per specchiarsi e compiacersi della propria grande bellezza. Stando all'ultima fotografia del settore orologiero elaborata dagli esperti di Vontobel, infatti, anche il 2014 (ultimo anno preso in analisi) ha visto la casa coronata confermarsi al primo posto della classifica riservata all'orologeria svizzera con un fatturato di 4,8 miliardi di franchi (in crescita del 4% sul 2013).

    Cifre supportate dal 12% di market share mondiale per valore (18% se ci si limita all'orologeria svizzera), percentuale significativa soprattutto se comparata al 19,2% e al 16,3% rispettivamente attribuiti alla totalità di Swatch Group e Richemont. E indice di un mercato che concentra quasi il 48% del fatturato mondiale nelle casse di tre soli player. Spingere il business diviene allora una necessità anche se si è il numero uno al mondo.

    Atteggiamento nel Dna Rolex, marchio guidato dal 2015 dal nuovo ceo Jean-Frédéric Dufour e controllato dalla Wilsdorf Foundation (che per la sua natura giuridica non è obbligata a rendere pubblico il bilancio), organizzazione senza scopo di lucro che ha contribuito al successo reinvestendo in ricerca e sviluppo la parte degli utili non devoluti a favore di opere umanitarie e filantropiche. Un aspetto fondamentale reso evidente anche all'ultimo salone di Basilea. Dopo il debutto nel 2015 del nuovo calibro di manifattura 3255 sul Day-Date 40, nel 2016 in un'ottica di graduale processo di aggiornamento della gamma è toccato al Datejust 41 l'onore di essere il primo segnatempo a battezzarne il primo discendente diretto: il 3235. Meccanico, automatico, antimagnetico con tre giorni di riserva di carica, autonomia ottenuta con un nuovo scappamento a rendimento ottimizzato Chronergy, bariletto ad alta capacità e bilanciere ad elevata precisione.

    E proprio sul fronte della precisione è arrivata l'altra grande novità di un marchio che con le collezioni 2016 ha apposto il suo sigillo verde “Superlative Certified” su tutti i modelli a catalogo. Una certificazione interna, la Superlative Chronometer, voluta da Rolex a ulteriore garanzia della precisione dei propri segnatempo. Pensata non per sostituirsi a quella del Cosc (Contrôle Officiel Suisse des Chronomètres) bensì per affiancarla, con parametri ancor più restrittivi (lo scarto giornaliero in secondi tollerato è stato ridotto a -2/+2 contro i -4/+6 consentiti dal Cosc) e con test sul movimento incassato per ricreare il più fedelmente possibile le normali condizioni d'uso. Un segno tangibile delle intenzioni di un marchio che proprio in virtù della sua qualità certificata ha esteso quest'anno il periodo di garanzia dei suoi orologi fino a cinque anni.

    Sul fronte prodotto, oltre al Datejust 41 in acciaio e oro giallo o Everose che, oltre al nuovo calibro accoglie anche il bracciale Jubilee, spazio all'Oyster Perpetual Cosmograph Daytona che con la lunetta nera, oggi in Cerachrom, omaggia il modello del 1965, al Day-Date 40 che celebra il suo 60esimo anniversario con un quadrante verde e allo Yacht-Master, per la prima volta in combinazione acciaio/oro Everose con quadrante cioccolato.

    Ritocchi anche per il Cellini, l'Oyster Perpetual Explorer, più leggibile grazie a indici, numeri e lancette in Chromalight, l'Air-King che introduce un tocco di colore oltre a numeri agli indici che si alternano tra indicazione di ore e minuti, e i modelli lady: Lady Datejust 28, Day-Date 40 e Pearlmaster 39 in oro Everose con indici in numeri romani applicati su un pave di 713 diamanti o con quadrante nel nuovo colore aubergine.

    Percorso analogo, quello di Tudor, seconda realtà del gruppo focalizzata però in una fascia prezzo compresa tra i 2 e i 5mila euro. Così come Rolex, anche il brand, forte dei suoi 90 anni di storia, si sta concentrando su un processo di progressiva autonomia sul fronte dei movimenti e dopo aver introdotto lo scorso anno il suo primo calibro di manifattura (l'unico certificato Cosc in gamma) sui modelli North Flag e Pelagos, lo ha esteso oggi alla famiglia Heritage Black Bay. Con un rincaro minimo, quantificabile attorno ai 250 euro. Black Bay che alle versioni da 41 mm in acciaio con lunetta rossa, blu o nera, aggiunge quelle con cassa rivestita in Pvd nero, e in bronzo, nel dimensionamento da 43 mm. Aggiustamenti di stile, infine, per l'Heritage Black Bay 36, l'Heritage Advisor e lo Style.

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