Cresce (e si sviluppa maturando tecnicamente) il mercato degli smartwatch nonostante i prezzi ancora alti e l'utilità che resta perlomeno dubbia o comunque non bene percepita dagli acquirenti. Si moltiplicano le “app”, i piccoli software che come negli smartphone fanno evolvere questi dispositivi in assistenti da polso per la nostra vita digitale ben al di là delle notifiche di Whatsapp, delle chiamate e della misura del battito cardiaco. Fra le applicazioni più promettenti ci sono, oltre al fitness e ai pagamenti elettronici, quelle dedicate ai viaggi (comodo avere la carta di imbarco e la situazione di un volo aereo a portata di polso) e quelle automobilistiche. Già perché lo smartwach sta diventando una chiave digitale che fa le veci del “keyless entry”: basta avvicinarsi e le portiere si sbloccano. È forse la fine dell'ansia di perdere la chiave dell'auto. Non a caso è nata da poco una triplice alleanza tra Samsung, Seat e Sap per lo sviluppo dell'auto connessa e degli smartwatch in auto che mette insieme un produttore di elettronica di consumo, una casa automobilistica e un gigante dell'informatica.
Ritorniamo alle dimensioni del mercato. Secondo la società di analisi Idc lo scorso anno sono stati venduti 78milioni di device indossabili da polso (compresi dunque i braccialetti per il fitness) evidenziando così volumi più che triplicati (+172%) rispetto al 2014. A guidare il rialzo è soprattutto Apple. La Mela con il suo Watch è arrivata dopo gli altri (Samsung, Sony o Motorola per esempio) ma è stata in grado di attrarre molti clienti per il fascino del marchio e l'integrazione hardware e software all'interno dell'ecosistema tecnologico di Cupertino. Apple con il “Watch” è riuscita a suscitare un interesse generale verso questi dispositivi anche da parte di chi, negli anni passati, non aveva ben chiaro il loro utilizzo. E questo nonostante il design quadrato del Watch che qualche critica ha suscitato. Apple ha venduto 11,6 milioni di pezzi con un market share del 14,9%, mentre Samsung che tra i primi ha introdotto smartwatch (i modelli Gear con piattaforma proprietaria Tizen), in pompa magna e forse prematuramente, non va oltre i 3,1 milioni con una quota del 4 per cento. A guidare il mercato degli indossabili però, con il 27% di market share, c'è Fitbit,specializzata nella produzione di braccialetti fitness, seguita a ruota dalla cinese Xiaomi (15,4%).
E nei prossimi anni come evolverà il mercato? Attualmente le principali piattaforme software, i cosiddetti sistemi operativi, sono: watchOs di Apple (61,3% di marketshare) Android Wear (made in Google) che pesa sul mercato per il 15,2% e Tizen di Samsung all'8,2 per cento. Secondo gli analisti di Idc entro quattro anni il sistema Apple resterà maggioritario con oltre il 51% tallonato da Android che si attesterà intorno al 39 per cento.
Dal punto di vista dei prodotti il mercato è effervescente. In Italia sembra esserci una sfida a due: Apple contro Samsung. Watch da poco aggiornato con nuovi cinturini contro Gear S2. Il device della casa di Cupertino è offerto in due varianti: 38 mm, a partire da 620 euro, e 42 mm(da 670 euro). Il Gear S2 (300 euro) è il primo smartwatch rotondo della casa coreana (il look è più da orologio vero e meno da smartphone con il cinturino), ha un'interfaccia basata su una ghiera rotante ed è disponibile anche nella versione Classic 350 euro che monta cinturini standard .
Va detto che Apple dovrebbe svelare il Watch 2 a giugno, mentre Samsung dovrebbe presentare un nuovo Gear all'Ifa di Berlino il prossimo settembre.
Tra gli outsider da tenere d'occhio oltre alla coreana Lg (il modello Urbane in particolare) c'è la cinese Huawei, che ha lanciato il suo “Watch” (eh sì, il nome non molto originale) ed è un orologio “intelligente” con un quadrante da 42mm di diametro, ovvero la misura tradizionale degli orologi da polso. Il display Amoled toch-sensitive con risoluzione 400x400 misura 1,4 pollici e per evitare che si graffi è rivestito di vetro zaffiro, mentre la cassa in acciaio inossidabile è forgiata a freddo. Il sistema operativo presente è Android Wear (ma si può abbinare anche agli iPhone) e può contare su un cardiofrequenzimetro e un sensore di movimento a sei assi che lo rende appetibile anche per chi pratica sport. Proposto nei colori acciaio, oro rosa e nero è in vendita a 400 euro. Bello e ben costruito sconta un immagine di marca ancora non al top.
Tra le novità spicca Alcatel che ha messo a listino uno smartwatch: anche in questo caso con il poco originale nome di “Watch”, disponibile in diverse versioni indicate per un pubblico femminile o per gli sportivi. Questi ultimi saranno soddisfatti dalla presenza di sensori che consentono di tenere sotto controllo le proprie performance e dalla resistenza a polvere e acqua. Alcatel Watch è in vendita a 150 euro. Fitbit prova ad entrare in questo mercato con il neonato “Blaze”, uno smartwatch che eredita tutte le funzioni classiche dei braccialetti fitness che hanno reso famosa l'azienda, ma con un design e nuove funzioni che lo avvicinano più a uno smartwatch classico che non a uno smartband. Tra queste, la possibilità di accettare o rifiutare chiamate direttamente dal dispositivo e la possibilità di ricevere notifiche (sms, chiamate in entrata, alert dal calendario) da uno degli oltre 200 smartphone compatibili. Fitbit Blaze è disponibile a 230 euro nei colori nero, blu e prugna.
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