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L’olio extravergine siciliano ottiene la Igp da Bruxelles

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L’olio extravergine siciliano ottiene la Igp da Bruxelles

Un segnale di attenzione e anche di speranza per l’olio siciliano che scommette molto sulla qualità. È questo il senso complessivo attribuito al riconoscimento del marchio Igp, l’Indicazione geografica protetta per l’olio extravergine dell’Isola e arrivato con il via libera della commissione europea.

Un passo avanti giudicato molto importante un po’ da tutti: dai politici, dai tecnici e soprattutto dagli imprenditori del settore. E che fa dimenticare, intanto, le aspre polemiche dei mesi scorsi sull’altro via libera dell’Ue, quello all’importazione dell’olio tunisino. Di fatto l’Igp rappresenta una svolta per un comparto che può contare su una produzione media annua di 50mila tonnellate pari al 12% della produzione nazionale di olio extravergine di oliva, su 160mila ettari coltivati e 149mila aziende per un fatturato medio annuo alla produzione che va dai 250 ai 300 milioni.

La Igp Sicilia, spiegano i tecnici, rappresenta lo strumento per sottrarre l’olio extravergine siciliano alle logiche del prodotto commodity, per entrare in un processo di valorizzazione centrato sulla origine e sul territorio: attualmente il prezzo dell’olio extravergine oscilla tra 4 euro e 4,20 (le punte di 5 euro ad inizio stagione sono solo un ricordo) mentre l’olio extravergine biologico registra prezzi tra i 4,70 e 5,50 confermando un trend deciso di crescita rispetto al convenzionale sia in volume scambiato che di prezzo.

Ormai mancano pochi e semplici passi per l’entrata a regime del marchio: dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale europea c’è tempo 15 giorni per eventuali osservazioni di altri paesi membri e nel caso in cui non vi siano osservazioni la registrazione diventerà definitiva. Su un altro fronte, quello della gestione del marchio, l’attuale comitato di cui è presidente Maurizio Lunetta che ha gestito la fase di proposta entro giugno si trasformerà in consorzio di produttori e gestirà tutte le misure: Il primo obiettivo del comitato promotore è raggiungere quel 10% di olio imbottigliato Igp che farebbe aumentare sensibilmente il fatturato dell’intero comparto.

Insomma una macchina che è ormai ben avviata: «È’ una vittoria di tutta la filiera olivicola siciliana e di quelli che hanno creduto nel progetto e investito il loro tempo. Adesso concentriamoci sulla qualità, oltre che sulla quantità: facciamo decollare l’olio siciliano – hanno commentato in una nota congiunta Lunetta e l’assessore regionale alle Risorse agricole Antonello Cracolici -. La Regione ha sostenuto fortemente questo obiettivo. Il percorso non è stato facile, né breve: è la prima Igp regionale dell’olio extravergine di oliva ad essere approvata con le nuove regole, molto più restrittive di quando fu approvata la Igt della Toscana; l’unica altra Igt regionale dell’olio. L’Igp Sicilia è uno strumento forte, efficace e unico per affermare l’origine del nostro olio extravergine e il brand Sicilia».

E particolarmente soddisfatti sono i due eurodeputati europei siciliani che hanno seguito da vicino l’iter e sostenuto la candidatura dell’olio siciliano. «L’identificazione unica delle produzioni olivicole dell’intero territorio siciliano è una straordinaria opportunità per tutti gli olivicoltori dell’Isola che beneficeranno dei vantaggi del sistema di qualità europeo – spiega Michela Giuffrida, membro della Commissione Agricoltura e Sviluppo rurale del Parlamento europeo-. Con il via libera ufficiale della Commissione europea gli olivicoltori siciliani potranno finalmente scrivere in etichetta che è un olio proveniente solo ed esclusivamente da olive coltivate e molite in Sicilia con parametri di qualità superiori all’olio extravergine d’oliva convenzionale. L’Igp Sicilia permetterà alle Organizzazioni di Produzioni Siciliane di accedere ai programmi di promozione nei paesi terzi e alle misure per la valorizzazione delle filiere regionali».

Dello stesso tenore, la dichiarazione di Giovanni La Via, presidente della commissione Ambiente, sanità e sicurezza alimentare: «Si tratta di un grande successo per l’intera Sicilia – dice -. Un riconoscimento del lavoro svolto in questi mesi, che ha consentito di superare alcune perplessità tecniche, e che rilancia uno dei comparti strategici per il nostro territorio, valorizzando una delle nostre eccellenze agro-alimentari. È una risposta concreta e ancora più importante, alla luce dell’accordo con la Tunisia, che consentirà l’ingresso in Europa di quantitativi di olio esendazi, che può anche essere considerata una misura compensativa, a sostegno dei produttori».

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