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Agricoltura ecologica, le idee di Pierre Rabhi approdano in Italia

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Agricoltura ecologica, le idee di Pierre Rabhi approdano in Italia

Pierre Rabhi, chiamato il “Gandhi della terra”, viene considerato il pioniere dell’agro-ecologia in Francia. Algerino, classe 1938, una vita avventurosa e anche di sofferenza, arrivò da Parigi – dov’era stato affidato a una coppia francese – fino in Ardèche, dove scoprì da operaio agricolo l’agricoltura biologica e biodinamica, fondando il Movimento Colibris.

Si tratta di «una piattaforma di incontro e scambio che si rivolge a tutti coloro che vogliono agire, cercano soluzioni concrete o sviluppano alternative intorno alle pratiche della agroecologia e dell’agricoltura di prossimità». È l’impegno – sostiene Rabhi – per «ripristinare l’armonia fra uomo e natura, elemento imprescindibile per salvare la vita del nostro pianeta e di noi stessi».

Non è ecologia a buon mercato o superficiale, ma scelte supportate anche da una riflessione filosofica, quasi un “nuovo umanesimo” (parola di Rabhi), che però è riuscito a suscitare l’interesse di personaggi come il Premio Oscar Leonardo Di Caprio.

Proprio in questo periodo un’assiociazione culturale torinese – il Gruppo del Cerchio– ha iniziato a organizzare una serie di appuntamenti per presentare il video «Pierre Rabhi. Il mio corpo è la terra» (curato da Carola Benedetto e Igor Piumetti) in cui viene raccontata la storia di questo originale personaggio e per creare dibattito con chi è interessato a questi temi, non solo gli agricoltori evidentemente. Nel video – disponibile in dvd e sitribuito da Satellite Libri – oltre a una intervista allo stesso Rabhi parlano anche alcuni “agricoltori-ecologisti speciali”, come l’ortodossa Madre Iossifa, la buddhista Lama Lhundroup e l’attivista indiana Vandana Shiva.

Ecco i prossimi appuntamenti, con declinazioni speciali a seconda del luogo (dalla responsabilità nel cibo al rapporto tra ecologia e spiritualità): il 6 maggio (a partire dalle 18,30) allo Spazio culturale MYG di Milano; il 19 maggio allo Spazio B di Torino (sempre dalle 18,30 e con la docente universitaria Daniela Fargione ); il 4 giugno nella suggestiva cornice del Gitananda Ashram, monastero hindu nell’entroterra di Savona.

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