Se non fosse stato per la formula del franchising, quasi certamente la crescita non sarebbe stata altrettanto veloce. Il giusto mix di negozi di proprietà e in partnership ha permesso al gruppo Calzedonia di diventare il terzo player italiano del settore moda-abbigliamento: nel 2015 (si veda anche Il Sole 24 Ore del 13 aprile) i ricavi sono arrivati a 2,018 miliardi, in crescita del 9,3% sul 2014. Più grandi (escludendo i brand di origine italiana ma oggi controllati da gruppi stranieri, come Gucci) ci sono solo Prada e Giorgio Armani. Ottima inoltre la redditività: l'utile netto è passato dagli 83 milioni del 2014 ai 114 del 2015.
Secondo il presidente del gruppo Calzedonia Sandro Veronesi, «il segreto della crescita ininterrotta, da oltre dieci anni, dell'azienda è il rapporto qualità-prezzo e la specializzazione dei brand». Il gruppo ha sei insegne: Calzedonia (marchio di calze e costumi da bagno, nato per primo, nel 1986), Intimissimi e Tezenis (abbigliamento intimo, pigiami e homewear), Atelier Emé (abiti da sposa), Falconeri (maglieria e capispalla) e Signorvino (punti vendita con un originale format dove si può sia degustare sia acquistare vino, sia mangiare à la carte).
Nel 2016, in controtendenza rispetto alla maggior parte dei marchi della moda e del lusso (persino Louis Vuitton ha di recente annunciato strategie conservative in fatto di network retail), Calzedonia continuerà ad aprire negozi: nel 2015 ne sono stati inaugurati 159, solo due dei quali in Italia, perché negli ultimi anni il focus è stato all'estero e lo sarà anche nei prossimi. Complessivamente, i punti vendita in franchising del gruppo sono 2.456 (1.401 all'estero e 1.055 in Italia), mentre quelli diretti sono 1.591, 187 in Italia e 1.404 all'estero.
Il gruppo è presente in 42 Paesi, ma il franchising non è diffuso nello stesso modo ovunque: in Brasile, Germania, Slovacchia, Svizzera e Turchia la percentuale di negozi gestiti direttamente è superiore al 90% e in Belgio, Croazia, Giappone, Hong Kong, Lussemburgo, Repubblica Ceca e Svezia non esiste neppure un punto vendita in franchising.
I marchi più sviluppati sono Calzedonia, Intimissimi e Tezenis, che hanno rispettivamente 1.960, 1.360 e 520 negozi in Italia e all'estero, mentre Falconeri, acquisito nel 2009, ha una sessantina di punti vendita in Italia ma verrà presto sviluppato all'estero, iniziando dall'Europa e dalla Germania in particolare.
Pure Atelier Emé (entrato nel gruppo nel 2015) e Signorvino per ora sono presenti solo in Italia, ma Veronesi guarda oltreconfine anche per loro e conferma: «Lo sviluppo avverrà tendenzialmente con la stessa formula usata per gli altri brand, un mix di franchising e negozi diretti. Poiché però cerchiamo sempre location prestigiose, non vogliamo fare passi falsi e siamo attenti alla redditività commerciale di ciascun punto vendita e lo stesso vale per tutti i nostri partner».
© Riproduzione riservata