Economia

Trenta milioni per le fiere top

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Industria

Trenta milioni per le fiere top

  • –Laura Cavestri

MILANO

Seconda tranche di fondi per le fiere top. Crescono gli invitati. Ma resta comunque una “torta” da 30 milioni di euro la seconda tranche del finanziamento predisposto dal ministero per lo sviluppo economico alle principali fiere italiane, leader nel loro settore e, tra queste, alle migliori kermesse che esportano il Made in Italy, da Mosca a New York, da Dubai a Shanghai.

Il provvedimento è pronto. Per l’imprimatur occorre la firma del titolare del dicastero, non ancora nominato però dopo le dimissioni di Federica Guidi. Servirà, dunque, al più presto la firma del premier Renzi se deciderà di mantenere l’interim.

Un passo avanti notevole se si pensa che sino a 2 anni fa la media degli stanziamenti annuali conferiti alle fiere era di circa 5 milioni di euro in tutto.

Obiettivo primario dell’intervento, valorizzare i grandi eventi che danno visibilità al Made in Italy, rilanciarne l’immagine nel mondo e finanziare iniziative di incoming, incontri B2B che possono servire a trasformare la fiera in una reale occasione di business con partner esteri.

La prima tranche del finanziamento – varata l’anno scorso e pari a circa 45 milioni di euro – ha avviato incentivi per 36 eventi in Italia e 10 all’estero, in calendario da aprile 2015 al primo trimestre 2016.

A non tutti è toccata però la stessa cifra. I finanziamenti, per manifestazione, hanno oscillato tra i 500mila e i due milioni di euro circa.

Non tutti i fondi però – spiegano dal Mise – sono stati esauriti nel primo anno. Ed ecco che a dar man forte al calendario 2016-2017 si aggiunge una nuova tranche da 30 milioni che completa lo stanziamento complessivo di 76 milioni di euro, voluto oltre un anno fa dall’ex viceministro per lo Sviluppo economico, Carlo Calenda, all’interno del più ampio perimetro del “Piano per il rilancio del Made in Italy” (che oltre al sostegno alle fiere top, porta avanti il “Piano Usa”, per un miglior posizionamento dei nostri prodotti sul mercato americano, il progetto di ampliare il numero delle Pmi italiane all’estero così come di attrarre investitori nel nostro Paese).

Nel budget di quest’anno sono previsti finanziamenti per 39 fiere italiane (da Xylexpo che apre a maggio 2016 alla biennale dell’agroalimentare Host, prevista per ottobre 2017).

A queste vanno aggiunti i 10 eventi all’estero (confermati gli stessi dello scorso anno) che - da Il Salone del Mobile a Mosca a Milano Unica Usa e China, da VicenzaOro Dubai a Eima India - sono di fatto spin-off degli eventi nazionali più riusciti nei mercati di esportazione più promettenti.

Del resto, secondo Ufi (l’Associazione mondiale dell’idustria fieristica), l’Italia resta, dopo la Germania, il secondo Paese europeo per numero e prestigio delle kermesse.

Per accedere a una quota dei finanziamenti, le fiere – come già previsto per gli eventi 2015 – devono soddisfare almeno due di questi quattro requisiti: essere il principale evento italiano per il settore di riferimento; avere un numero complessivo di espositori superiore a mille; ospitare una percentuale di espositori esteri maggiore del 20% del totale e contare un numero di visitatori superiore a 100mila di cui almeno il 20% esteri.

«Tuttavia – ha confermato Ivan Scalfarotto, neo sottosegretario allo Sviluppo economico – se ci saranno ulteriori fiere con le carte in regola, potremo valutare di inserirle e ricomprenderle nel finanziamento».

Le fiere, ha proseguito Scalfarotto, «continuano a essere un formidabile strumento di promozione dei nostri prodotti nel mondo. In continuità con il lavoro fatto negli anni scorsi da Carlo Calenda abbiamo scelto di confermare il sostegno al nostro sistema fieristico con un programma di potenziamento dei principali eventi. Raccogliendo gli input che vengono dal mondo imprenditoriale sono state individuate oltre 30 esposizioni, in alcuni casi anche le loro edizioni all’estero, nei settori che costituiscono la struttura portante del nostro export: meccanica, moda, agroalimentare, legno-arredo, cura della persona, nautica, ecc...».

Ognuna di esse, ha concluso Scalfarotto, «è stata selezionata in base a stringenti requisiti, alle potenzialità di sviluppo in grado di rafforzare la presenza diretta delle nostre aziende sui mercati esteri».

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