Economia

Ferrero investe 646 milioni

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Industria

Ferrero investe 646 milioni

  • –Emanuele Scarci

MILANO

Un altro anno da incorniciare per la multinazionale del dolciario Ferrero nonostante il forte balzo dei prezzi delle nocciole e del cacao, le poche materie prime agricole in controtendenza.

Dal bilancio consolidato di Ferrero International Sa depositato in Lussemburgo emergono nuovi elementi sul 2015: la società ha spinto al massimo sulla crescita effettuando investimenti record per 646 milioni, 109 in più dell’esercizio precedente; le due acquisizioni, la turca Oltan group e la britannica Thorntons, sono state valutate, rispettivamente, 256 milioni e 129,5 milioni inoltre la holding ha deliberato la distribuzione di un dividendo di 800 milioni, di cui un pagamento in contanti per gli azionisti di 300mila euro mentre i residui 500 milioni sono stati trasformati in un debito subordinato fruttifero a lungo termine con scadenza dicembre 2021.

La holding Ferrero International Sa conta 78 società, 22 stabilimenti produttivi, tre dei quali operano come imprese sociali, e una presenza commerciale in oltre 160 paesi.

Il bilancio consolidato, chiuso in agosto 2015, registra un fatturato di 9,542 miliardi (+13,4%), un Ebitda di 1,4 miliardi (1,29 miliardi nel precedente esercizio) pari al 14,6% dei ricavi, un utile operativo di 1,05 miliardi (982 milioni) e un utile netto di 513 milioni (636), dopo aver pagato imposte per 375 milioni (271).

L’anno scorso l’industria dolciaria ha dovuto fare i conti con i prezzi internazionali delle nocciole e il boom dei corsi internazionali del cacao che nell’intero 2015 sono pressoché raddoppiati a causa dei problemi produttivi dei paesi detentori (soprattutto il Ghana) e della crescita dei consumi nel mondo. Ferrero scrive che i costi operativi nell’esercizio sono cresciuti del 14,7%, più del 13,7% dei ricavi, soprattutto per l’incremento dei prezzi delle nocciole.

In dettaglio, nei conti di Ferrero International il costo delle materie prime è balzato dai 3,4 miliardi del 2014 ai 4,2 miliardi del 2015. Probabilmente Ferrero non ha scaricato o non ha scaricato del tutto gli aumenti sui prezzi al consumo e questo spiegherebbe la relativa erosione del margine industriale che dal 15,4% dei ricavi 2014 è sceso al 14,6%. Comunque l’Ebitda finale 2015 è in crescita di oltre 100 milioni di euro.

E rimane che la multinazionale della Nutella ha aumentato i ricavi di 1,13 miliardi «grazie all’eccezionale dinamismo dei nuovi mercati - scrive la società nel bilancio - : le vendite dei prodotti Ferrero si confermano e, in alcuni casi, migliorano gli eccezionali risultati raggiunti in Asia, negli Stati Uniti, Canada, Messico e Australia».

Anche le vendite realizzate nei mercati europei «come nel Regno Unito, in Polonia e Germania sono stati eccellenti. I principali mercati latini (in Europa e Sud America) mostrano un buon recupero, con l’eccezione dell’Italia, la cui performance rimane piatta». Mentre la Russia è stata penalizzata dal crollo del rublo.

Il terzo gruppo dolciario nel mondo è in piena espansione a livello internazionale. E la crescita produttiva ha richiesto nello scorso esercizio 646 milioni di investimenti. «La maggior parte di questi - riporta il bilancio Ferrero International - sono di tipo produttivo: 557 milioni, pari al 5,8% dei ricavi netti, contro i 458 dell’esercizio precedente. E sono stati effettuati principalmente in Cina, Italia, Germania, Polonia India e Brasile».Peraltro lo scorso settembre la società italiana ha inaugurato ad Hangzhou, il primo stabilimento in Cina.

La parte rimanente degli investimenti ha riguardato miglioramenti dei sistemi informatici del gruppo.

Infine il bilancio di Ferrero International Sa si sofferma sul valore riconosciuto alle due acquisizioni: per Oltan group (asset strategico per le nocciole) il fair value è di 158,1 milioni e un goodwill di 98,4 milioni; per Thortons un fair value di 84,2 milioni e un goodwill di 55,3 milioni.

Più che solido il patrimonio di Ferrero: 2,1 miliardi il patrimonio netto mentre nelle liabilities gli azionisti vantano crediti per 1,8 miliardi.

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