Economia

Polo lusso, test sui volumi

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Lavoro

Polo lusso, test sui volumi

  • –Filomena Greco

torino

Con l’avvio della produzione del Levante a Mirafiori il polo del lusso di Torino del Gruppo Fiat Chrysler aggiunge un tassello al suo percorso di specializzazione produttiva. La questione occupazione è stata al centro dell’incontro di ieri tra una delegazione aziendale e i metalmeccanici della Fiom di Torino. Un incontro non scontato, alla luce delle divisioni seguite al contratto collettivo di Gruppo non siglato dai metalmeccanici della Cgil. «Abbiamo chiesto un confronto con Fca su una realtà di cui si è molto parlato, ma dove più che altrove gli investimenti si sono fatti aspettare e non sono ad oggi sufficienti perché il progetto sia all’altezza delle ambizioni con cui è stato lanciato» sottolinea Federico Bellono segretario della Fiom di Torino. Il rischio, secondo i metalmeccanici della Cgil, è che il polo del lusso di FCA arrivi al 2018-2020 drasticamente ridimensionato, in volumi e livelli occupazionali, rispetto alle attese. E insistono su un punto: per garantire lavoro a tempo pieno per i 6mila addetti di Mirafiori e Grugliasco servono altri due modelli a Torino.

Per il Gruppo FCA, il polo Mirafiori-Grugliasco – classificato come un plant unico – resta al centro dello sviluppo della gamma di marchi premium. A cominciare dal debutto sul mercato del Levante, il primo suv nella storia di Maserati, a maggio. Il ceo di Maserati, Harald Wester, durante la presentazione ha stimato nel 2017, quando il Levante sarà a pieno regime, una produzione a quota 30mila unità. Un tassello fondamentale per raggiungere l’obiettivo annunciato di 70mila Maserati vendute nel 2018.

La sfida dunque è sui volumi e sul mercato. La contrazione del mercato cinese e americano per il marchio Maserati l’anno scorso ha rallentato la produzione a Grugliasco, scesa sotto le 30mila vetture rispetto alle 36mila del 2014. Ora le attese sono tutte sul Levante. Anche se per per garantire volumi e occupazione al polo del lusso di Torino probabilmente serviranno gli investimenti, almeno una parte, del piano Alfa.

Dal 2011 a oggi dice la Fiom, gli organici tra Mirafiori e Grugliasco sono calati da 7.030 a 5.957 addetti. Conseguenza di pensionamenti, trasferimenti o dimissioni volontarie. Il timore è che il calo continui. Le produzioni in campo non saranno sufficienti a garantire la piena occupazione nei prossimi due anni . «A regime ci sarà lavoro per 3.500-4mila persone – aggiunge Bellono – tra i 1.700 addetti di Grugliasco e i 1.500 che probabilmente saranno assorbiti dalla produzione del Levante, accanto agli addetti alla Mito. Almeno in 2mila, il 30% degli addetti, lavoreranno in modo parziale e discontinuo». Un aspetto ancora più significativo alla luce di un fatto: con lo scorporo di Ferrari e gli annunci relativi a Modena, dove a fine anno resterà in produzione soltanto l’Alfa 4C e nessun modello Maserati, dal punto di vista produttivo Torino diventa “il” Polo del lusso di Fca.

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