Economia

Italcementi, piano sociale al via

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Industria

Italcementi, piano sociale al via

  • –Cristina Casadei

Con la presentazione ai sindacati del piano sociale, il negoziato che deciderà il futuro dei 430 lavoratori dell’headquarter Italcementi di Bergamo in esubero - con l’acquisizione da parte di HeidelgergCement, (il closing dell’operazione è previsto per fine giugno) -, ieri è entrato nel vivo. Si tratta di uno strumento innovativo, focalizzato sulle politiche attive, e quindi sulla formazione e sui percorsi di ricollocamento dei lavoratori. Nei fatti, secondo quanto già annunciato, l’acquisizione della società italiana del cemento da parte della multinazionale tedesca porta a una serie di “raddoppi”, 430 , tra le funzioni corporate che l’acquirente ha deciso di trasferire ad Heidelberg. Per 170 figure è stato ipotizzato un percorso di ricollocamento interno con conseguente trasferimento in Germania, mentre per i restanti (circa 260) si prevede un articolato pacchetto.

Da Italcementi spiegano che «le misure puntano a promuovere lo sviluppo di nuove competenze nei lavoratori per agevolare la loro rioccupazione e allo stesso tempo si propongono di limitare l’impatto sociale dell’operazione. Sarà attivato un percorso insieme alle istituzioni regionali e locali per garantire la massima efficacia alle politiche attive a favore della continuità occupazionale. Le iniziative potranno essere modulate secondo le esigenze dei lavoratori coinvolti». Il budget messo a disposizione per il piano sociale, nel caso di piena adesione, «potrà avvicinarsi ai 25 milioni di euro». In particolare le misure previste sono 4. Una dote incentivo di 42mila euro che rappresenta una una tantum a favore del dipendente, una dote inserimento di 2mila euro che rappresenta una una tantum a favore di operatori del mercato del lavoro per un inserimento a tempo indeterminato, una dote assunzione di 9mila euro che è un bonus triennale a favore del nuovo datore di lavoro che perfeziona un’assunzione a tempo indeterminato e infine una dote formazione di 7mila euro che è un budget per il dipendente per iniziative formative, dallo sviluppo, all’orientamento e all’outplacement. Queste iniziative si aggiungeranno alle misure di welfare già attive, come la quota integrativa della cassa integrazione versata dall’azienda e il sostegno per le spese di studio e sanitarie per le famiglie delle persone coinvolte.

La questione centrale, adesso, è dunque quella della sede di Bergamo, dopo che con l’accordo al Mise del 3 dicembre scorso è stata condivisa la riorganizzazione della rete produttiva. Ieri, l’incontro tra azienda e sindacati, è stato preceduto da un altro incontro al Mise con il viceministro allo Sviluppo economico, Teresa Bellanova, rappresentanze datoriali sia di Italcementi sia della società subentrante Heidelberg Cement, il governatore della regione Lombardia, Roberto Maroni, la regione Calabria e i sindacati. Per il governo «il mantenimento di tutti i siti produttivi di Italcementi è imprescindibile. Ci sono le condizioni legate allo sviluppo del piano industriale, c’è un centro di ricerca di eccellenza come quello di Bergamo da valorizzare, così come riteniamo che il centro tecnico debba essere collocato in Italia». La linea del governo, espressa dal viceministro Bellanova, disegna intorno alla vertenza argini rassicuranti anche per il sindacato. Dopo l’incontro di ieri, FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil, si sentono più forti e chiedono che il piano industriale sia rivisto. «L’incontro va valutato positivamente perché», si legge in una nota unitaria, «ha visto la partecipazione, per la prima volta, di rappresentanti di Heidelberg Cement» e perché, «da parte del governo, è stata ribadita la volontà di seguire la vertenza e di intervenire per salvaguardare i livelli occupazionali».

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