Economia

Alla Fir Fulda balzo dei volumi

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Alla Fir Fulda balzo dei volumi

Un’azienda tessile nel cuore della Valsusa, zona del Piemonte ad alto rischio deindustrializzazione. Alla Fir Fulda si lavora il feltro, tessuto-non-tessuto con moltissime applicazioni, dal fashion all’industria. Alle spalle ha una storia di cinquant’anni, segnata dalla delocalizzazione di una parte delle lavorazioni, con la chiusura di uno stabilimento a Cumiana, e dagli anni duri della crisi.

La svolta è arrivata tra il 2014 e il 2015 grazie alla decisione della nuova proprietà, il gruppo tessile tedesco Wirthfuldade, di destinare allo stabilimento di Sant’Ambrogio 200 tonnellate di produzione. È così che la valsusina Fir Fulda, sotto la guida dell’ad Dirk Rosenloecher, è diventata il più grande feltrificio europeo per volumi prodotti in media ogni anno. E grazie a innovazione e competenze, è diventata Centro di riferimento, per il Gruppo, nella produzione di feltri sottili. «Nell’utimo anno abbiamo aumentato del 70% la quantità di feltro lavorato nello stabilimento – spiega Antonino Giustiniani, direttore operativo – con tutti gli addetti tornati alla piena occupazione e un programma di nuove assunzioni avviato l’anno scorso, con sei ingressi ».

La Fir Fulda è ripartita da qui. Guadagnando terreno in termini produttivi nel perimetro del Gruppo Wirthfulda e mettendo a segno un piano di investimenti, in macchinari e impianti, da oltre un milione di euro, per adeguarsi alle nuove esigenze produttive. Oggi conta 68 addetti , un fatturato di 9 milioni nel 2015, cresciuto del 10%. Il trend del primo trimestre dell’anno conferma le attese del management di un’azienda che può contare su alta specializzazione delle maestranze, piani di ricerca sviluppati a livello centrale e un mercato estero che pesa per il 50% del fatturato. Fir Fulda lavora, per la gran parte dei volumi, feltro in lana usato nella moda, nei filtri per l’acqua, come abrasivo nei dischi lucidanti, nella lavorazione del legno, nella produzione di elettrodomestici, di motori elettrici o nelle acciaierie. A seguito del rilancio, azienda e sindacati, ricorda Beppe Graziano della Uil, hanno sottoscritto un accordo triennale per un premio di risultato – fino a 1.200 euro – che valorizza il ruolo attivo degli addetti nella crescita dell’azienda.