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Anche una società di Bollorè in gara per il terminal container di…

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Anche una società di Bollorè in gara per il terminal container di Taranto

Il terminal container di Taranto, da molti mesi lasciato libero da Evergreen, si affida anche al gruppo internazionale Bollorè per ripartire. Bollorè che nei trasporti e nella logistica fattura 5,4 miliardi di euro, occupa 30mila addetti e copre una rete di 130 Paesi, è presente in Italia nel settore attraverso la controllata Saga Italia. E proprio Saga Italia è uno dei partner del consorzio Ulisse, in fase di costituzione, che ha avanzato richiesta di concessione della banchina del terminal container aderendo al bando lanciato a febbraio scorso dall’Autorità portuale di Taranto e chiusosi lo scorso 29 aprile. Fanno parte della cordata, oltre a Saga Italia, anche operatori locali come Ionian Shipping Consortium, Taranto Iniziative Produttive e Tecnomec Engineering. «Gancio» di Saga Italia sarebbe stato, a quanto pare, Ionian Shipping, un consorzio creato mesi addietro e che a febbraio si è fatto avanti anche per acquisire la flotta navale dell’Ilva messa sul mercato dai commissari straordinari dell’azienda nell’ambito della procedura di cessione aperta per il gruppo Riva che si concluderà a fine giugno.

Il consorzio Ulisse per ora è stato ammesso con riserva mentre l’altro candidato alla banchina, la società tarantina Italcave, ha già superato la prima fase di ammissibilità essendo in regola con i requisiti indicati nel bando. Saga Italia e gli altri partner, invece, dovranno completare a giorni la loro documentazione preliminare – di qui l’ammissione con riserva da parte dell’Authority –. All’inizio della prossima settimana la commissione dell’Autorità portuale fisserà la nuova data, presumibilmente già venerdì prossimo, della nuova seduta pubblica in cui esaminare i nuovi documenti prodotti dal consorzio Ulisse ma anche aprire la cosiddetta busta «B», quella dove le società ammesse specificano la loro offerta. Ovvero come intendono usare il terminal container: attività, volumi di traffico, addetti e tempistiche. Da precisare che il nuovo gestore del terminal dovrà anche farsi carico del personale lasciato da Taranto container terminal (messa in liquidazione dagli azionisti tra cui Evergreen), che sino all’11 settembre è coperto dalla cassa integrazione e poi non ha più alcun ammortizzatore sociale. Circa le attività da intraprendere, invece, l’Authority ha indicato la movimentazione dei container, le merci varie e il traffico ro-ro.

Si prevede che l’esame delle offerte possa essere compiuto nel giro di pochi giorni, dopodichè l’Authority avvierà con il miglior proponente la procedura del cosiddetto «dialogo competitivo» finalizzato ad arricchire la proposta stessa. Chiusa quest’ulteriore fase, l’offerente verrà invitato a formulare la sua proposta definitiva per il terminal. Infrastruttura per la quale è in corso da alcuni mesi l’ampliamento della banchina. Con una palificazione in mare, 1.200 dei 2mila metri lineari complessivi verranno infatti avanzati di una decina di metri e i primi 600 metri di banchina saranno pronti già a giugno. L’11 maggio, infine, Astaldi presenterà all’Authority il progetto revisionato dei dragaggi, che, sebbene appaltato a febbraio 2015, sinora non è potuto partire per carenze di progetto.

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