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Alibaba allarga la vetrina italiana

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Alibaba allarga la vetrina italiana

Quattro giorni di super-promozione del made in Italy sulla piattaforma di e-commerce di Alibaba. L’annuncio è arrivato nel corso di Cibus direttamente dal country manager di Alibaba Sud Europa, Rodrigo Cipriani Foresio. La presentazione con Ice è in programma a Shanghai per il 30 maggio, per lanciare la super promozione tra l’1 e il 4 giugno, da replicare il 9/9 (9 settembre) e l’11/11 (11 novembre). Intanto Cipriani in questi giorni è in road show in Spagna e venerdì prossimo si sposterà in Italia.

MADE IN ITALY IN CINA
Export italiano verso la Cina di prodotti agroalimentari; 2015. In milioni di euro e Var.% sul 2014 (Fonte: Uffcio studi Federalimentare)

Tra la novantina di brand che avranno un “negozio online” sono da segnalare molti brand italiani (compresi moda e mobile di design) e per il food Barilla, Lavazza, Ferrero e Coop; per il vino Allegrini, Arnaldo Caprai, Feudi San Gregorio, Fontanafredda, Marchesi de’ Frescobaldi, Planeta, Villa Sandi e Mezzacorona. La piattaforma di Alibaba può essere importante per entrare in Cina, con i suoi 400 milioni di clienti: nel 2015 la società, quotata a New York, ha realizzato ricavi per 15,7 miliardi di dollari (+33%), per il 76% nella distribuzione in Cina.

Dopo tanto parlare finalmente le imprese italiane del food&wine prendono coraggio e, con l’aiuto dell’Ice, tastano il polso al gigante asiatico, dove i francesi, presenti da decenni, hanno cospicue quote di mercato, in particolare nel vino e nei formaggi. Secondo i dati di Federalimentare, l’anno scorso il made in Italy agroalimentare per uso alimentare in Cina ha raggiunto 388 milioni, con un balzo del 25%; che sale a 425 (+18,5%) includendo i prodotti destinati all’alimentazione animale. La crescita è incoraggiante ma anche l’import cinese è aumentato di oltre il 20% a 627 milioni.

«Da quattro mesi offriamo sulla piattaforma Alibaba gli stessi prodotti che vendiamo in Italia - annuncia Domenico Brisigotti, ceo di Coop international food - E qualche risultato l’abbiamo ottenuto». Tuttavia Brisigotti invita alla prudenza: «Il mercato cinese è difficile da approcciare, a partire dalle regole doganali. E nonostante la struttura di servizio predisposta da Alibaba. I cinesi hanno una cultura alimentare radicata, inoltre sono abituati ai prodotti pronti e spesso mangiano fuori casa».

Ne sa qualcosa Barilla che ha il quartier generale per l’Asia a Singapore: nel 2014 ha lanciato “Pasta pronto”, una pasta di cottura semi-istantanea abbinata a dei sughi. Un esperimento avviato nell’area di Guangzhou e Shenzhen e poi esteso a Shanghai e Pechino con l’apertura di un negozio virtuale Barilla sul sito Taobao.

Quali sono i prodotti più interessanti per i consumatori cinesi? «Latte uht, birra, vino e the freddo - risponde Brisigotti - Ma c’è spazio anche nei formaggi, dove la Francia ha una posizione di forza, ma noi abbiamo più varietà».

Sul fronte del vino, la Cina l’anno scorso ha aumentato l’import del 60% a 1,84 miliardi diventando il quarto mercato al mondo. L’Italia però in Cina esporta solo una novantina di milioni con una quota di mercato del 6%. «Purtroppo - spiega Alberto Lusini, direttore commerciale e marketing di Allegrini - quando non c’è una cultura del cibo italiano anche il vino fa fatica. Noi come Iswa (associazione di 7 cantine ndr)ci crediamo davvero e stiamo preparando una vetrina per il TMall di Alibaba: una realtà che muove vino per mezzo miliardo non si può ignorare. Ciò detto nessuno rinuncerà a stare nella carta dei vini dei ristoranti».

La notizia sulla spinta al made in Italy in Cina è arrivata durante Vinitaly, in aprile. In una presentazione pubblica con il premier Matteo Renzi, il fondatore di Alibaba Jack Ma disse: «Voglio essere l’ambasciatore del vino italiano. Ho comprato in questi giorni 25 milioni di bottiglie di vino e solo il 6% di quelle rivendute sono italiane. Vogliamo cambiare questa percentuale e portarla al 60%».

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