Economia

La crisi di Murano arriva a Roma

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La crisi di Murano arriva a Roma

Le sfilate a volto coperto contro l’indifferenza, gli scioperi, le campagne per la difesa del prodotto autentico e la lotta alla contraffazione, anche quando arriva da molto più vicino di quanto si possa pensare. Da tempo i segnale di malessere e i tentativi di reazione si susseguono in quello che è il distretto produttivo più antico.
Oggi la crisi di Murano è approdata a Roma, protagonista di una audizione in commissione Attività produttive della Camera. Dal faticoso mantenimento delle produzioni in laguna alla concorrenza sleale, dai vincoli ambientali sempre più restrittivi al problema dei sovraccosti e degli sgravi Inps; tutte le questioni sono state portate all’attenzione dei deputati.
La fotografia presentata da Confindustria Venezia Rovigo parte dai dati della Camera di Commercio: attualmente sono attive sull’isola 263 imprese manifatturiere del vetro e dell’illuminazione - quasi il 10% in meno rispetto al 2009 - di cui il 90% ha piccolissime dimensioni. Negli ultimi sei anni 125 unità hanno cessato e, allo stato attuale, 17 sono in procedura concorsuale.
In questo quadro, oltre alla crisi economica, si innesta la vicenda degli sgravi Inps: «Il recupero della quota capitale effettuato nel 2016 ha “pesato” per quasi 6 milioni sulle imprese muranesi e altrettanti - se tutto dovesse andare per il meglio - dovranno essere corrisposti, a titolo di interessi, alla fine di quest’anno o all'inizio del prossimo», fa sapere l’associazione industriali.
Un onere che ha già inciso sulla stabilità di alcune tra le imprese di maggiori dimensioni - poiché quelle “coperte” dal regime de minimis non hanno dovuto restituire alcunché -, ma che ci si può aspettare avrà ulteriori effetti con la seconda tranche del debito.
Ancora, fra le incognite per il futuro dell’isola, c’è tutta la partita dei vincoli ambientali che, facendosi via via più stretti, esigono sempre maggiori risorse. Su questo fronte le imprese si sono attivate già dal 2013 mettendo a punto un protocollo volontario di gestione degli impianti di abbattimento che prevede verifiche periodiche da parte di un ente terzo preposto a valutare il rispetto dei limiti di emissione e l’applicazione delle migliori tecnologie oggi disponibili sul mercato. Tecnologie che sono, però, molto costose.

“La crisi generale, la concorrenza sleale e i sovraccosti di un contesto disagiato portano a morire le imprese di Murano”

Matteo Zoppas, presidente Confindustria Venezia Rovigo 

«La crisi generale – dichiara Matteo Zoppas, presidente di Confindustria Venezia Rovigo - la concorrenza, soprattutto quella sleale, e i sovraccosti di un contesto disagiato stanno portando a morire le imprese di Murano. Insieme ai referenti della sezione Vetro chiediamo che vi sia la dichiarazione di Area di crisi non complessa o la costruzione di una Zona Franca Urbana con interventi forti sul carico fiscale e sul sostegno agli investimenti per recuperare lavoro e occupazione. Se vogliamo invertire la rotta - ha proseguito il presidente - occorre intervenire subito avendo obiettivi certi, coerenti e sinergici. E l’Europa è certamente uno degli attori con cui interloquire».
La Ue, è la tesi, deve capire che per salvare un patrimonio comune occorre uno sforzo sopra la norma: «È necessario che il Governo italiano, una volta conclusa la vicenda del recupero degli sgravi e sempre che permanga un tessuto industriale, s’impegni con Bruxelles per stabilire un periodo di “adattamento” più lento ai vincoli e alla rincorsa alla produttività. Il rischio, altrimenti, è quello di abbandonare una tradizione del made in Italy e una delle attrattive del turismo della città lagunare. Senza questi interventi l’isola che il Doge aveva destinato alle fornaci affinché non stessero nella città, potrebbe perdere ogni attività manifatturiera; lo stesso destino che ha subito Burano dove – a dispetto della sua fama – non esiste più nessuna merlettaia e i merletti che si vendono ai turisti sono fatti in Cina».
Su questo fronte, altrettanto cruciale è il ruolo che può avere il Piano strategico metropolitano. «All’isola – commenta Lucio De Majo, presidente della sezione Vetro di Confindustria Venezia - necessita un orizzonte temporale a medio termine che permetta un adeguamento anche impiantistico con soluzioni consortili che inseguano l’abbassamento dei costi, la concentrazione degli impianti, l’impiego delle migliori tecniche - a cominciare dal riutilizzo dello scarto di vetro nel segno della migliore circular economy -, la sperimentazione di nuove materie prime a basso impatto ambientale in sostituzione di quelle che, a breve, non saranno più reperibili sul mercato».

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