Economia

Bologna capofila del made in Italy sanitario in Argentina

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INTERNAZIONALIZZAZIONE

Bologna capofila del made in Italy sanitario in Argentina

L’Emilia-Romagna farà scuola agli argentini nel business della salute, partendo dalla formazione per arrivare alla creazione di impresa. Ad annunciarlo ad Exposanità 2016 – 20esima edizione del salone italiano dedicato a sanità e assistenza che si è aperto ieri in fiera a Bologna – Regione e Università di Bologna, che hanno firmato il debutto dell“Osservatorio di economia sanitaria Italia-America Latina” e il rilancio del Master internazionale di politica sanitaria dell’Alma Mater, che da 18 anni ha a Buenos Aires una sede distaccata.
«Abbiamo una lunga tradizione di interscambio con l’Argentina in virtù del fatto che il 40% della popolazione è di origine italiana. E l’Università di Bologna è l’unica in Italia ad avere una sede nel Paese sudamericano – sottolinea l’assessore regionale alla Salute, Sergio Venturi – fattore che agevola la nostra collaborazione in un settore che non rientra in quelli strategici definiti dal Governo (che sono agroalimentare, automotive, energetico, estrattivo e infrastrutture, ndr) ma dove il modello sanitario emiliano è considerato lo standard da raggiungere». Tanto che la stessa Sace, annunciando la prima linea di credito da 700 milioni di euro, in collaborazione con il Banco de La Nación, per gli esportatori italiani, in particolare Pmi, in Argentina, ha stanziato un’ulteriore misura di aiuto da 42 milioni di euro proprio nella sanità, per favorire la collaborazione imprenditoriale con il sistema sanitario pubblico del Paese sudamericano.
Le basi dell’Osservatorio sanitario italo-argentino erano state gettate nella missione istituzionale dello scorso marzo della Regione Emilia-Romagna e l’ufficializzazione cade volutamente in piena missione del made in Italy a Buenos Aires guidata dal sottosegretario allo Sviluppo Economico Ivan Scalfarotto. «Perché l’Osservatorio di economia sanitaria parte da attività di ricerca e di valutazione della domanda di salute dell’Argentina ma punta a coinvolgere attivamente imprese di beni e servizi sanitari delle due aree per generare nuovo business grazie alla creazione di una rete locale e internazionale di contatti nel settore», aggiunge Venturi, che nelle prossime settimane attiverà
un gruppo di lavoro congiunto italiano-argentino per individuare modalità, tempi e piano finanziario per la creazione dell’Osservatorio. Si è già definito invece il percorso del Master internazionale di politica sanitaria realizzato in partnership da Regione Emilia-Romagna, Università di Bologna e le due Universidad del Litoral a Santa Fe (Argentina) e quella federal do Rio Grande do Sul a Porto Alegre (Brasile), che formerà professionisti della gestione sanitaria pubblica e privata.
E tra le oltre 500 aziende protagoniste della filiera sanitaria emiliano-romagnola (per 10mila posti di lavoro e 2,5 miliardi di fatturato) è la bolognese Noemalife, specializzata in informatica per la sanità, a fare da capofila dei progetti italiani in Argentina. «Un Paese dalle potenzialità enormi in cui il gruppo sta scommettendo massicciamente da tre anni e dove la subsidiary ha da poco siglato un contratto da 1,2 milioni di dollari per realizzare la nuova piattaforma informatica di integrazione di tutti i laboratori di analisi CentraLab, il più grande centro diagnostico privato dell’Argentina», precisa Giulio Bertini, ad di NoemaLife Argentina. Basta fare un giro tra gli stand di Exposanità, nel quartiere fieristico bolognese, per intuire che le potenzialità di business internazionale del “made in Emilia” sanitario sono enormi, dagli ausili per la mobilità hi-tech della parmense Guldmann ai sistemi di trasporto sterile della Mdg di Ravenna.

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