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Largo consumo: cresce la fiducia, ma vendite ancora in calo

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l’italia allo specchio

Largo consumo: cresce la fiducia, ma vendite ancora in calo

Bloomberg
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Aumenta la fiducia dei consumatori ma calano le vendite. La timida ripresa dei prodotti di largo consumi manifestatasi nel 2015 si è rivelata più fragile del previsto con l’avvio del nuovo anno.

Secondo i dati forniti da Nielsen in occasione di «Linkontro», l’annuale appuntamento con l’industria di marca e la distribuzione moderna che si tiene a Forte Village in Sardegna, nel primo trimestre dell’anno l’indice di fiducia si è attestato a 59 punti, due più dell’analogo periodo del 2015, ma le vendite dei prodotti di largo consumo confezionato sono calate (a rete corrente) fra gennaio e aprile dell’1,1% rispetto al +0,1% dell’intero anno 2015.In dettaglio, il larco consumo confezionato arretra dello 0,2% ma il fresco a peso variabile fa un balzo all’indietro del 3,3% e il non food del 2,4%.

Come raccordare l’aumento della fiducia e il calo delle vendite? «In realtà - ha sottolineato Giovanni Fantasia, ad di Nielsen Italia - se si tiene conto della deflazione, i dati del 2015 e 2016 sono molto vicini. Da rilevare che con la deflazione le famiglie guadagnano potere d’acquisto, ma questo non basta per indurli a riempire di più il carrello. Preferiscono risparmiare».

Leo Wencel, ad di Nestlé Italia, non è nemmeno certo «che ci sia stato un recupero del potere d’acquisto. Notiamo che la domanda rimane debole anche se vogliamo illuderci, manifestando un maggiore ottimismo, che le cose miglioreranno».

«Noi continuiamo a crescere - interviene Francesco Mutti, ad dell’omonima azienda di conserve di pomodoro (oggi dichiara una quota di mercato del 27,1% a valore) - ma il mercato ha ripiegato del 2% nel 2015 e del 2,5% nel primo quadrimestre di quest’anno. Sulla domanda pesa la crisi economica da cui non siamo usciti e certo una popolazione che invecchia non aiuta».

IL LARGO CONSUMO IN ITALIA
Indice della fiducia dei consumatori negli ultimi trimestri

Giovanni Zucchi, ad degli Oleifici Zucchi, lamenta una domanda debole «con un calo di mercato a due cifre dovuto a un mix di fattori congiunturali e strutturali e, non ultimo, a una cattiva stampa». Anche Francesco Divella, dell’omonimo pastificio, ammette che «il mercato italiano perde colpi anche se la mia azienda continua a guadagnare quote di mmercato. Cambiamento strutturale della dieta? Bisogna distinguere le mode dai trend reali. La pasta agli italiani piacerà sempre».

Dal fronte del retail, Marco Pedroni, presidente di Coop Italia, conferma il cambiamento strutturale del consumatore. «Ha imparato - sostiene - a soddisfare i propri bisogni con meno. Questo è un dato acquisito e bisogna ragionare su questa nuova realtà».

L’analisi dei consumi delle famiglie condotta da Nielsen fa emergere forti differenze a livello geografico, di fasce di reddito e di età. Infatti, se nell’ultimo anno la spesa delle famiglie ha fatto registrare una variazione zero, si rileva che il segmento famiglie a basso reddito ha tagliato le spese del 9,1% mentre quelle a reddito medio e alto le hanno incrementate, rispettivamente, del 2,2% e del 3,5%. Al Sud la variazione è stata negativa, pari a – 1,9% mentre al Centro nord si registra un +0,7%.

Attenzione particolare da parte di Nielsen al target giovani. «Dal cambiamento delle abitudini d’acquisto dei giovani - osserva Fantasia - si possono desumere le linee di sviluppo future. Bisogna soddisfare le esigenze dei consumatori, soprattutto degli under 44». Nell’ultimo anno la variazione della spesa delle singole fasce di età fa emergere questi trend: al di sotto dei 35 anni –721 milioni di spesa, nella fascia 35-44 anni –433 milioni, in quella di 45-54 anni +20 milioni, nella fascia 55-64 anni +396 milioni, oltre i 65 anni +778 milioni. Si registrano, dunque, andamenti positivi nelle fasce più mature, a differenza degli under 35 e 44 che mostrano variazioni in netta diminuzione.

Un altro mutamento strutturale riguarda la crescita delle vendite sostenuta da prodotti salutistici, gourmet e in grado di offrire un contenuto di servizio, come il risparmio di tempo nella preparazione.

Come reagire alla stagnazione dei consumi? Secondo Nielsen le promozioni mostrano la corda e bisogna puntare sull’innovazione nei punti di vendita: i negozi che hanno introdotto servizi aggiuntivi e garantito una shopping experience più piacevole hanno registrato, nei primi quattro mesi del 2016, una crescita del fatturato del +6,9% (-1,3% il trend per tutti gli altri). Pedroni aggiunge che Coop andrà oltre. «Seguiremo di più il trend salutista e punteremo molto di più sui nostri marchi».

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