Economia

Torre Canavese capitale del realismo socialista

  • Abbonati
  • Accedi
turismo

Torre Canavese capitale del realismo socialista

Un paesino di 600 anime, Torre Canavese (a poco più di 30 km da Torino), era diventato noto in tutto il mondo perché, all’inizio degli Anni 90, aveva ospitato la prima mostra dei tesori del Cremlino al di fuori della Russia. Merito dell’antiquario Marco Datrino che aveva trasformato il castello di Torre, in cui vive, in un museo capace di accogliere 300mila visitatori paganti per due mostre sui tesori russi.

L’avventura è narrata nel libro “Un antiquario al Kremlino”, edito da Hever, ma Datrino non si è fermato a quell’iniziativa. E prima ha acquistato migliaia di quadri del realismo socialista, creando di fatto il mercato mondiale del settore per poi rivendere alcune opere agli stessi russi. E poi ha trasformato Torre Canavese in un museo a cielo aperto, invitando artisti da tutto il mondo per dipingere quadri come segno di pace.

«Sono arrivati - ricorda Datrino - palestinesi ed israeliani, russi e pittori delle ex repubbliche sovietiche, francesi e cinesi, iraniani e siriani, tedeschi e italiani». Ogni pittore realizzava un quadro da esporre sui muri del paese ed altri due per la pinacoteca comunale. Ed ora Torre ha più opere d’arte che non abitanti. Il paese si è trasformato nella capitale del “realismo sovietico”, per poi accogliere altri stili artistici. Datrino sottolinea che, in tutti questi anni, neppure un’opera è stata danneggiata. Però, essendo esposte all’aperto, hanno spesso bisogno di restauri. Per questo l’antiquario sta pensando di rivolgersi ai più grandi mosaicisti italiani (a partire da quelli di Spilinbergo, in Friuli) per trasformare i quadri in opere d’arte su pietra.

Ma Datrino, originario di Trino Vercellese, aveva in passato anche una galleria in via Margutta, a Roma, e in ricordo della vicinanza con Federico Fellini ha regalato al paese di Torre anche una strada con 47 statue e installazioni dedicate al regista romagnolo ed ai suoi film.

Il prossimo passo, mentre contineranno ad arrivare pittori da tutto il mondo, sarà il tentativo di rilanciare il turismo in Canavese, cercando di coinvolgere Aglié (con il castello e la residenza di Guido Gozzano), Castellamonte, Ivrea. Perché Torre, capitale dell’arte, ha ristoranti ma è priva di strutture ricettive. E Datrino pensa ad un’interazione tra arte ed enogastromia del territorio. Magari riportando in Canavese parte dei 300mila visitatori, in arrivo da tutto il mondo, che ammirarono i tesori del Cremlino.

© Riproduzione riservata