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Rina acquista la britannica Edif per 150 milioni e punta alla Borsa

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Acquisizioni

Rina acquista la britannica Edif per 150 milioni e punta alla Borsa

Rina spa, holding dell’omonimo gruppo specializzato in certificazioni, ispezioni e consulenza ingegneristica, ha acquisito per circa 151 milioni di euro (118,5 milioni di sterline) il britannico Edif group, una portfolio company di Phoenix equity partners. L’operazione è il preludio alla quotazione in Borsa della multinazionale italiana, che è prevista, spiega l’ad Ugo Salerno, «in tempi medi». L’acquisizione, peraltro, prosegue Salerno, «è la più importante finora mai fatta dal Rina, anche in termini d'inbestimento».

Edif, fondato nel 2011 e sviluppatosi rapidamente sia per linee organiche sia attraverso acquisizioni, è un gruppo di primo piano a livello mondiale nella fornitura di servizi di testing, ispezione, certificazione e consulenza ingegneristica. Ha sede a Londra e conta circa 650 dipendenti a cui si aggiungono 2.500 collaboratori dislocati in una ventina di uffici nel mondo.

L’accordo siglato permette al Rina di aumentare la propria presenza nel Regno Unito mentre, spiega una nota, «negli Usa e in Germania, dove entrambe le società già operano, la piattaforma di servizi complementari offerti dai due gruppi sarà alla base di un'ulteriore espansione».

Il profilo di Edif sui mercati dell’energia, dei trasporti, della difesa, dell’industria e delle infrastrutture, ricorda Salerno, «ben si sposa col nostro dna perché l’azienda possiede una struttura molto simile a quella di Rina, con due marchi affermati: Era, che rappresenta la società di consulenza ingegneristica, e Nde, che è associata alle attività di collaudo, ispezione e certificazione».

“L’azienda inglese, ad esempio - chiarisce - lavora nel campo delle reti elettriche, dove noi non siamo presenti, e su sistemi elettronici per il settore difesa, dove siamo presenti ma con clienti differenti. Alla fine dell’operazione, Rina, che attualmente conta più di 3mila dipendenti ne avrà oltre 3.700 più circa 6mila persone con contratti a progetto. E contiamo di raggiungere un fatturato aggregato di 500 milioni con un Ebitda vicino ai 65 milioni». Numeri che, aggiunge, «in tempi medi, cioè nell’arco di due anni e mezzo o tre, ci consentiranno arrivare in Borsa. Non a caso ci siamo iscritti al progetto Elite».

L’acquisizione è stata resa possibile da un aumento di capitale sottoscritto dagli azionisti finanziari di Rina: Vei capital e Nb renaissance partners e da un finanziamento concesso da alcune banche: Bnl/Bnp Paribas Italia, Unicredit e Banca Imi. E non manca l’appoggio di Sace.

«Noi – dice Salerno – stiamo ridisegnando la parte di debito. C’è un accordo con le banche coinvolte, che ci daranno una linea finanziaria più stabile. E poi, una volta finita l’operazione con Edif, potrebbe esserci una piccola emissione di bond da parte di Sace, per diversificare le fonti finanziarie». Si tratterebbe di un bond da sette anni del valore circa 20 milioni.

«E non è detto che non si aggiungano altre banche a quelle attualmente coinvolte». All’interno di Edif, dice ancora l’ad, «metteremo una forte presenza Rina, ma ci appoggeremo al management attuale, che ha fatto crescere l'azienda inglese».

Advisor del Rina nell’operazione sono stati Rothschild (che ha curato la parte finanziaria), Gattai Minoli Agostinelli & partners, Mayer Brown, Pwc, Boston consulting group e Ls advisory. Edif e Phoenix sono stati assistiti, invece, da Baird, Travers Smith, Ey, Credo consulting e Cooley. La conclusione dell’acquisizione, soggetta alle normali procedure antitrust, è prevista per la seconda metà del 2016.

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