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Modello Ancona per «fare sistema»

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Modello Ancona per «fare sistema»

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Una sfilata di 500 desk aziendali, un via vai di oltre 2mila persone, una contaminazione tra impresa, banche, università, incubatori e rappresentanze internazionali. È una grande fiera degli imprenditori, a prescindere da settore e dimensioni, quella messa in scena ieri ad Ancona dalla locale Confindustria e dal gruppo Giovani di Confindustria Marche: «Market place day», scelto come primo appuntamento pubblico dal neoeletto presidente nazionale Vincenzo Boccia. Conoscenza, relazioni, network sono le parole chiave che circolano nel puzzle coloratissimo dentro al Palaindoor dorico, «terzo appuntamento che mette a sistema tutte le iniziative che ho avviato nel mio mandato, volte a spingere internazionalizzazione, start-up, credito e contaminazione tra imprenditori», spiega il presidente di Confindustria Ancona Claudio Schiavoni, che entra nel suo semestre bianco con un successo oltre alle attese. Il «Market place day» è partito nel 2014 con poche decine di imprese dentro la sede di Confindustria Ancona, l'anno scorso la seconda edizione ha riempito il palazzetto dello sport di Jesi con 250 desk e un migliaio di persone, quest'anno ha raddoppiato, complici l'arrivo di 50 delegazioni straniere più o meno istituzionali da Serbia, Croazia, Montenegro, Cechia, Russia, Gran Bretagna, oltre alle quattro università delle Marche, Cnr, Enea con i loro ricercatori, il vero anello di congiunzione tra impresa e innovazione.

LA PREVISIONI DEGLI OPERATORI
Tassi di variazione attesi per il 2016 rispetto al 2015 (Fonte: Confindustria Marche)

Ancona ha lanciato di fatto ieri un nuovo modo di fare sistema e di fare rappresentanza, trasformando i convegni annuali con gli esperti e i docenti in cattedra in una grande manifestazione dove tutti si scambiano liberamente idee e informazioni, aprendo i confini del territorio ai 2.800 colleghi di tutte e cinque le territoriali. Ulteriore conferma che il progetto di un'unica Confindustria avanza speditamente, «dovremmo arrivare all'aggregazione entro fine anno», ribadisce il presidente regionale Bruno Bucciarelli.

L’EXPORT
L'andamento delle esportazioni marchigiane nei primi dieci Paesi di destinazione 2014 e 2015, dati in mln di euro. (Fonte: Centro studi Confindutria Marche su dati Istat)

La crisi è rimasta di sottofondo ieri al Palaindoor e i segnali di inizio 2016 confortano la sensazione che dalla reazione si possa finalmente passare alla ripresa nella terra di mezzo: il 31% degli imprenditori – rileva il cruscotto congiunturale del Centro studi Confindustria Marche sul trend nel II trimestre dell'anno - stima un recupero della produzione, contro un 14% (in calo) di pessimisti. Dopo un 2015 che si è chiuso per l'industria marchigiana peggio che per la media nazionale (+0,9% il Pil contro il +1,7% della manifattura italiana) e con un differenziale di competitività negativo dal 2011 in poi. «Questa giornata ha portato invece una grande ventata di energia – tira le somme nel pomeriggio il presidente del gruppo Giovani industriali delle Marche, Diego Mingarelli – è il vento che soffia mettendo assieme le nostre imprese e la loro tenacia nel resistere alla crisi e alla concorrenza internazionale. Oggi al Palaindoor c'erano tutte le tecnologie che cambieranno la manifattura in logica 4.0 e un pullulare di start-up che saranno il nostro motore per fare innovazione e rete».

«Il valore delle nostre imprese e dei nostri manufatti è nella conoscenza. Dobbiamo imparare a riconoscerla e trasmetterla per continuare a trasformare il sapere in saper fare. È questo che cerchiamo di fare dentro l'università», rimarca il magnifico rettore della Politecnica delle Marche, Sauro Longhi. E la sfida ora per il territorio – aggiunge il presidente Abi Marche, Luciano Goffi - è spingere l'aggregazione dei piccoli operatori per ottenere più sostegno agli investimenti anche da parte del credito (ferito del crac Banca Marche, istituto che controllava metà del mercato regionale).

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