Economia

Nuovo caso giudiziario per l’Ilva

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SIDERURGIA

Nuovo caso giudiziario per l’Ilva

  • –di Domenico Palmiotti

Una nuova tegola giudiziaria colpisce l’Ilva a un mese dalla chiusura della cessione a nuovi privati da parte dell’amministrazione straordinaria. E rischia anche di essere un incaglio mentre i gruppi in gara serrano i ranghi per l’offerta finale.

Il giudice delle indagini preliminari di Taranto, Martino Rosati, respinge infatti la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura, conferma la nuova indagine sull’Ilva per inquinamento e dispone per il 5 luglio la relativa camera di consiglio. Per getto pericoloso di cose, violazioni ambientali e gestione della discarica rifiuti “Mater Gratiae”, adesso sono indagati l’ex commissario Ilva, Enrico Bondi, uno degli attuali tre commissari, Piero Gnudi, l’ex direttore del siderurgico di Taranto, Antonio Lupoli, e l’attuale Ruggero Cola.
L’inchiesta del gip Rosati nulla ha a che vedere con quella sfociata già nei 47 rinvii a giudizio e nel processo in Corte d’Assise appena avviato. È un capitolo nuovo che prende le mosse dai diversi esposti -denuncia, presentati alla Procura negli ultimi due anni, e che segnalano ripetuti casi di inquinamento. Solo che la Procura ritiene di non dover procedere poichè commissari e loro delegati sono “scudati” penalmente da una norma inserita già nella legge 20 di marzo 2015 a proposito dell’Autorizzazione integrata ambientale.

Il gip Rosati, invece, dice che l’esenzione dalle responsabilità vale solo nel caso di «adempimento delle migliori regole preventive» in materia di sicurezza sul lavoro e tutela ambientale e della salute. Nel caso specifico, rileva il gip, che si rifà ai rapporti dei tre custodi giudiziari, ci sono «inerzia» e inadempienze e «parrebbe che numerose prescrizioni contenute nell’Aia non siano state adempiute nei termini». E quindi, afferma il gip, lo “scudo” giudiziario per commissari e dirigenti non vale.

Sul punto, però, va osservato che il ministero dell’Ambiente, dopo il controllo fatto dall’Ispra, ha dichiarato che l’Ilva ha rispettato il primo step dell’Aia così come stabilito dalla legge: 80% di prescrizioni attuato entro fine luglio 2015 (il restante 20 va adesso ultimato entro giugno 2017). Stesso dato ribadito anche dai commissari in Parlamento, che a marzo scorso hanno consuntivato per l'Aia 847 milioni di euro, a fronte di una previsione di 1,2 miliardi circa, tra risorse spese e impegnate.

LA PRODUZIONE DELL’ILVA DI TARANTO
Dati in milioni di tonnellate (Fonte: Ilva)

Ma al di là dello scontro gip-Procura dopo i conflitti Procura-Governo degli anni passati, il nuovo affondo giudiziario rischia di innestare nuove preoccupazioni sul fronte della cessione dell’Ilva. Sui 12 soggetti che hanno manifestato interesse ad acquisire tutto il gruppo, la partita è sostanzialmente ristretta a pochi contendenti: Arcelor Mittal-Marcegaglia, che hanno già formalizzato l’alleanza, e Arvedi che potrebbe allearsi con i turchi di Erdermir. Partner finanziari dell’operazione, Cassa Depositi e Prestiti e da pochi giorni anche Leonardo Del Vecchio di Luxottica. Il 23 giugno dovranno essere presentate le offerte definitive, comprensive di piano industriale e ambientale – come stabilito dall’ultima legge, la numero 13 di febbraio scorso – e a fine giugno, poi, la scelta della proposta migliore. Così come accadde tra la fine del 2014 e l'inizio del 2015, quando sembrava che l’Ilva fosse vicina alla cessione, anche stavolta i potenziali acquirenti marcano molto la necessità di avere ampie garanzie circa l’operazione. In altri termini, temono di ritrovarsi invischiati in qualche nuovo sviluppo giudiziario, il che aggiungerebbe al normale rischio di impresa e ai costi dell'operazione stessa, variabili cariche di incertezza e quindi un potenziale stimolo se non proprio a stare alla larga dall’investimento in Ilva, quantomeno ad avere il massimo della prudenza.

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