Economia

Terna, via al ponte elettrico che unisce Sicilia e Calabria

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ELETTRODOTTI

Terna, via al ponte elettrico che unisce Sicilia e Calabria

Sullo sfondo, un ineludibile convitato di pietra che il premier Matteo Renzi, approdato in questo angolo di Calabria, dopo quello che lui stesso definisce «una sorta di giro d’Italia» (con tappa prima a Venezia e poi a Trieste), non può certo eludere: quel ponte sullo Stretto, ancora al palo dopo anni di promesse, che il presidente del Consiglio, assicura ora sarà preso in considerazione, ma soltanto «quando si chiude la Salerno-Reggio Calabria e si dà un segnale di recupero per le strade in Sicilia». Solo allora, rimarca, saremo pronti ad approcciare il tema e la fase operativa sarà affrontata «dopo che si è dimostrato agli italiani che i soldi non si buttano via, che le opere si fanno».

E la nuova linea Sorgente-Rizziconi firmata Terna e inaugurata ieri dal premier, accompagnato dalla moglie Agnese, e dall’ad della società, Matteo Del Fante, rappresenta uno snodo simbolo dell’Italia «capace di fare cose meravigliose» (copyright dello stesso Renzi): un vero “ponte dell’energia”, 105 chilometri di elettrodotto, di cui 38 chilometri di cavo sottomarino a corrente alternata, posato a 376 metri di profondità. «Avete fatto un bellissimo lavoro», ripete il premier davanti al management e agli operai di Terna, nonché a un nutrito stuolo di autorità (in prima fila ci sono il sottosegretario Marco Minniti, il governatore della Calabria Mario Oliverio e alcuni dei sindaci dei 21 Comuni interessati dal progetto), alle forze dell’ordine e al presidente dell’Authority per l’energia, Guido Bortoni. E che l’infrastruttura sia «eccezionale», come ribadisce il ceo Del Fante, lo dicono i numeri che l’ad elenca con una punta di orgoglio, senza peraltro nascondere le difficoltà di un progetto – che promette 600 milioni di risparmi annui per il sistema elettrico – costato oltre 700 milioni di euro e giunto al traguardo a cinque anni dall’avvio dei lavori e dopo un difficile slalom tra ricorsi e lungaggini, sbloccati solo di recente da un pronunciamento della Cassazione, per presunte (e mai confermate) violazioni paesaggistiche.

IL NUOVO ELETTRODOTTO TRA SICILIA E CALABRIA

Questa linea, rimarca Del Fante, «racchiude in sé tre diversi record. Il primo è rappresentato dal cavo sottomarino a corrente alternata, a 380 kilowatt (che andrà a più che triplicare il collegamento già esistente tra la Sicilia e il “Continente”, ndr), il più lungo al mondo; il secondo è il pozzo verticale che scende per quasi 300 metri dentro la montagna, servito per l’approdo in Calabria, il più profondo finora approntato; e il terzo, infine, rinvia al più lungo tunnel orizzontale di 2,8 chilometri (che ospita i cavi ad altissima tensione), mai costruito fino a questo momento al mondo».

Ed è proprio all’imbocco di quel tunnel, sotto la montagna in cima alla quale si staglia, a 600 metri di altitudine, la stazione elettrica di Scilla, che Terna fa sfoggio della sua ultima creatura. Che, per la Sicilia, sarà una decisa boccata d’ossigeno visto che consentirà all'isola, spesso vittima negli ultimi anni di black out e di imbottigliamenti, di allineare una volta per tutte il prezzo dell’energia all'asticella “nazionale” e di incrementare fino a 1.100 megawatt la capacità di trasporto dell’energia proveniente dall'Italia continentale. Ma i benefici saranno per l’intero sistema. Perché, in prospettiva, sarà possibile esportare verso la penisola e, perché no, verso i mercati energetici europei – quando l'integrazione delle reti diverrà realtà, facendo leva anche sull'enorme potenziale in arrivo dall'Africa, via Tunisia, per la quale Terna ha già allo studio un progetto –, quella produzione rinnovabile che vale oltre 700 megawatt e che muove dal sud del paese.

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