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Agcom diffida Tim e Wind sulle tariffe per il roaming

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Agcom diffida Tim e Wind sulle tariffe per il roaming

Per Tim e Wind arriva la reprimenda di Agcom in materia di roaming. L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha diffidato (con provvedimento di cui è relatore Antonio Nicita) gli operatori di telefonia mobile Tim e Wind al rispetto delle disposizioni sul roaming internazionale all'interno dell’Unione europea. Ora, come si legge in una nota dell’Autorità, «gli operatori hanno tempo fino al 30 giugno 2016 per adeguare le proprie tariffe e comunicare ad Agcom le azioni intraprese».

Il problema è stato ravvisato sostanzialmente in carenze di trasparenza e chiarezza, nell’attivazione di offerte “a pacchetto” applicate automaticamente ai propri clienti, senza previo consenso e confliggenti con il principio secondo cui il consumo in roaming, sebbene magari reso più conventiente ai clienti, unitariamente potrebbe andare oltre la somma di prezzo nazionale e sovrappresso massimo.

Il roaming. Il tema è quello del roaming internazionale. Telefonare, mandare sms, navigare su internet e scaricare contenuti sul proprio cellulare quando si è all’estero comporta sempre un sovrapprezzo. Il 30 aprile è arrivato un ulteriore taglio, prima della definitiva cancellazione del roaming prevista per il 15 giugno 2017. Chi da fine aprile soggiorna in un Paese dell’Unione europea quindi, e dovrà effettuare chiamate o inviare sms, pagherà solo gli importi previsti dal proprio piano tariffario più una piccola spesa di 5 centesimi al minuto per le chiamate in uscita, 2 centesimi in più per gli sms inviati e un sovrapprezzo di 5 centesimi a MB per la navigazione in rete (Iva esclusa). L''eurotariffa', introdotta per la prima volta nel 2007 dalla Commissione Europea, ha fatto sì che negli anni i costi del roaming si abbassassero gradualmente, fino a ridursi dell'80 per cento rispetto alle tariffe in vigore nel 2007.

Le contestazioni. L’Autorità ha contestato agli operatori Tim e Wind l'applicazione automatica ai propri clienti, senza previo consenso, di tariffe a pacchetto. Per Tim il problema è stato ravvisato con la tariffa “Europa Daily Basic” (costo fisso di 3 euro al giorno per 100 minuti di chiamate in uscita, 100 minuti di chiamate in entrata e 100 Sms; altro costo di 3 euro al giorno per fruire di 300 MB di dati), attivata, si legge nei documenti istruttori, «senza alcun preavviso e impedendo agli utenti di disattivarla anche al fine di oprtare per la tariffazione al consumo prevista dalla nuova nmormativa comunitaria». Per quanto riguarda Wind, l’operatore ha attivato invece un’opzione flat per il roaming in Europa: “Offerta per la nuova regolamentazione valida in Unione Europea”, al costo di 2 euro al giorno che offre 15 minuti per chiamare, 15 minuti per ricevere, 15 SMS da inviare e 50 MB di internet. A differenza di TIM, Wind consente di disattivare “l'offerta” e di optare per una tariffazione a consumo. L’intervento del Garante si rifà all’articolo 6-sexies ultimo paragrafo del Regolamento roaming così come spiegato anche dal Berec nelle linee guida del 12 febbraio 2016. Insomma, sono ammmesse offerte “a pacchetto”, purchè il prezzo non superi il rispettivo prezzo al dettaglio nazionale più il sovrapprezzo massimo. E quel che serve è anche una corretta informazione oltre al fatto che non ci può essere autmatismo nell’applicazione dell’offerta.

Lo stop. A entrambe le società vengono contestate carenze in termini di trasparenza e chiarezza. Il Garante non ha accettato le motivazioni di Tim e Wind. La prima, in data 24 maggio, ha comunque comunicato che renderà disponibile, da luglio, una tariffa “a consumo”. La seconda ha invocato le deroge al Regolamento Ue relativamente proprio al periodo transitorio comnpreso fra il 30 aprile 2016 e il 14 giugno 2017. Wind ha rivendicato il diritto di «applicare automaticamente alla sua clientela: a) un sovrapprezzo aggiuntivo rispetto alle offerte domestiche; b) un pacchetto di servizi con volumi a scelta dell'operatore». Agcom, pur nel quadro di una “fase transitoria”, ha però segnalato che un eventuale sovrapprezzo non può superare, come somma totale, «0,19 euro per minuto di chiamate effettuate, 0,06 euro per sms inviato e 0,20 euro per mega di traffico dati».

Agcom. «Con questa decisione segnaliamo al mercato la necessità di informare adeguatamente il consumatore sulle condizioni personalizzate di prezzo dell'utilizzo dei servizi voce, sms e dati all'estero e di adeguare i prezzi delle proprie offerte al nuovo quadro regolamentare. Gli italiani a breve partiranno per le vacanze e crediamo sia importante che beneficino del maggior livello di tutela possibile», spiega al Sole 24 Ore il relatore del provvedimento Antonio Nicita. Resta il fatto che i pacchetti possono essere anche migliorativi. «Gli operatori possono attivare offerte a pacchetto, sono previste dalla normativa. Ma non possono farlo automaticamente – spiega Nicita – e senza garantire al consumatore un'alternativa basata sull'offerta sottoscritta in patria. Si tratta del principio “roam like at home plus”, che stabilisce il diritto all'operatore di mettere un sovrapprezzo, ma senza che questo sia eccessivo. Una volta che questo è garantito, al consumatore possono poi essere offerte altre soluzioni, alle quali deve poter aderire espressamente ed essendone adeguatamente informato».

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