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La meccanica ritrova il mercato interno

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INDUSTRIA

La meccanica ritrova il mercato interno

(Imagoeconomica)
(Imagoeconomica)

Le consegne interne di macchinari per i costruttori italiani crescono nel primo trimestre ad un tasso del 10%, frutto di un progresso corale che riguarda quasi tutte le associazioni di categoria. Un trend analogo è visibile dal lato delle importazioni, con i numeri Istat dell’area macchinari e attrezzature ad evidenziare tra gennaio e marzo una crescita del 5,9%, con progressi superiori per alcune aree: +25% per gli impianti di lavorazione della plastica, +18% per l’industria alimentare, +11% per le macchine da movimentazione. Tenendo conto di consegne interne e importazioni e prendendo come riferimento l’area di Federmacchine, il mercato interno nel 2015 è stato pari a 18,9 miliardi di euro.

La crescita stimata per il primo trimestre si traduce in valori assoluti in un progresso di oltre 400 milioni di euro, 300 milioni derivanti dalle maggiori vendite dei costruttori italiani, 100 milioni in più legati alle importazioni. Se il trend dovesse proseguire per l’intero anno il consumo interno si avvicinerebbe ai 20 miliardi di euro, il livello pre-crisi.

L’unica area in rosso per il mercato nazionale è nei macchinari per piastrelle, dove la riduzione dei ricavi interni nel primo trimestre è pari al 5,9%. Un dato in parte atteso, considerando che il primo trimestre dell’anno precedente evidenziava un balzo di quasi 40 punti.

I volumi maggiori vengono sviluppati nelle macchine utensili, con Ucimu-Sistemi per produrre a segnalare un progresso trimestrale degli ordini del 31,8%, undicesimo rialzo consecutivo, in grado di riportare il livello assoluto delle commesse al di sopra dei valori pre-crisi. Guadagni ancora superiori, con un balzo dell’82%, si registrano nel mercato interno per il meccanotessile, anche se in questo caso invece i livelli di partenza sono ancora fortemente ridotti. Nell’area dei macchinari per grafica il mercato interno cresce del 7%, ancora meglio va all’impiantistica che si rivolge al settore del legno, dove l’aumento è del 20 per cento.

La difficoltà di molti paesi emergenti e il rallentamento della Cina limitano la crescita dell’export per l’area del packaging, che tuttavia trova qualche conforto nella domanda nazionale, in crescita del 12,1 per cento. L’area Assofluid (settore pneumatico e oleoidraulico) vede lievitare i ricavi interni del 5,8%, in linea con i progressi registrati nei macchinari per fonderia (Amafond), Assocomaplast osserva un lieve recupero in Italia dopo i progressi del 2015 mentre per il comparto degli ingranaggi e delle trasmissioni si stima un aumento limitato all’1 per cento. Fonti e tipologie di dato sono dunque diverse: in alcuni casi stime, in altri sondaggi sulle vendite, o ancora sugli ordini. Ponderando i trend per il diverso peso delle associazioni (nelle macchine utensili, ad esempio i ricavi interni sfiorano i due miliardi di euro, il quadruplo dell’area grafica) si può stimare che al momento le consegne interne di macchinari crescano ad un tasso del 10%, poco più di 300 milioni di euro aggiuntivi su base trimestrale. Se il trend attuale fosse confermato, gli 11,1 miliardi di consegne interne del 2015 per l’area Federmacchine potrebbero lievitare così al di sopra dei 12 miliardi di euro, che salgono a 20 aggiungendo le importazioni, anch’esse in crescita.

La crescita degli investimenti è in parte legata ad un rimbalzo fisiologico dopo anni di stasi (nel 2013 le consegne interne di robot scesero a poco più di un miliardo, la metà rispetto ai valori attuali) ma per parere unanime di tutte le associazioni un ruolo cruciale è stato svolto dagli incentivi.

Tra gennaio e maggio, come indicato dai dati Mise, più di 1400 aziende hanno richiesto i fondi legati alla Sabatini-bis, portando il valore totale degli investimenti proposti a 3 miliardi di euro, 614 milioni in più rispetto al valore di fine 2015. Altro strumento fortemente utilizzato è il superammortamento, che non a caso Federmacchine chiede di prorogare, almeno per consentire di sfruttare gli incentivi anche per i beni ordinati (non solo quelli consegnati) entro la fine dell’anno. Per impianti che richiedono mesi di lavorazioni e assemblaggio lo stop fissato a dicembre si tradurrebbe nei fatti nell’impossibilità di sfruttare lo strumento già a partire dalla fine dell’estate. Bankitalia, nei dati diffusi martedì, conferma il trend di crescita degli investimenti, ipotizzando un’espansione del 2% quest’anno, anche grazie ai bonus. Gli incentivi (se prorogati) o per via Nazionale potrebbero innalzare l’investimento in capitale produttivo del 2,5% entro il 2017.

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