Economia

Da Barilla ad Edison, in crescita le aziende che puntano sui figli

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welfare&Istruzione

Da Barilla ad Edison, in crescita le aziende che puntano sui figli

  • –di Francesco Prisco

C’è chi lo usa per diversificare il proprio “paniere” di welfare aziendale e chi fa un regalo speciale ai propri clienti. Le ragioni che possono portare un’azienda a finanziare una borsa di studio Intercultura sono diverse. Comune, in ogni caso, finisce per essere il giudizio sull’iniziativa: chi l’ha sostenuta per un anno tende a ripetere l’esperienza. Si guardi il caso di Barilla, per esempio, la partnership con Intercultura va avanti da qualcosa come un ventennio, con un numero di borse finanziate che varia da due a otto l'anno per i figli dei dipendenti. Particolare non di poco conto: il vicepresidente del gruppo, Luca Barilla, quarant'anni fa in Texas, fece quest'esperienza in prima persona per un anno intero. E da sempre ne parla in termini entusiastici: «L’apertura mentale che offre un periodo lungo trascorso all'estero da giovanissimi è determinante per la carriera e per la vita di qualsiasi ragazzo, in qualsiasi Paese del mondo si rechi».

Quanto all’impegno di Barilla nel progetto, il vicepresidente parla dell’«importanza di mettere sempre più giovani in condizione di poter partecipare a questi programmi». Barilla ritiene addirittura «un dovere offrire un contributo di questo genere a chi avrebbe il potenziale intellettuale e il desiderio di fare questa esperienza, ma non ne ha le possibilità economiche». Anche Edison, società del settore energetico che qui da noi conta più di 3mila addetti, ha indirizzato il programma ai figli dei dipendenti. «L’idea originaria – spiega il responsabile organizzativo Andrea Peduto - era quella di arricchire il nostro welfare aziendale, offrendo a chi lavora per noi qualcosa di più di un semplice servizio. La formula ha avuto molto successo: è un’occasione di crescita. Sia per i figli dei nostri dipendenti che per i nostri dipendenti». La collaborazione con Intercultura va avanti da ormai cinque anni con 11 o 12 borse l’anno e un impegno economico cresciuto nel tempo dai 50mila agli 80mila euro a programma. Primo anno di adesione per Sea Aeroporti Milano che ha assegnato due borse ad altrettanti figli dei dipendenti, diretti adesso in Danimarca e Cina. Settore affine a quello di Enav, società che fornisce servizi alla navigazione aerea e in sei anni ha mandato all'estero qualcosa come cento figli di dipendenti. Sono 19 le borse di studio consegnate quest’anno, per la gran parte indirizzate agli Stati Uniti. Cosa curiosa: due ragazzi andranno in India e Malesia, Paesti verso i quali l’azienda sta indirizzando il proprio business. Poi c’è chi guarda al territorio: A2A ha offerto per esempio tre borse di studio per soggiorni estivi riservate a studenti dei comprensori scolastici delle aree che ospitano gli impianti di Crotone, Cosenza e Catanzaro, Monfalcone e Valtellina. E chi punta a premiare gli studenti meritevoli, come Intesa Sanpaolo che destina dieci borse annuali o semestrali ai giovani che si iscrivono concorso Intercultura per merito scolastico

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