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Dossier Neocomunitarie, stop al dumping

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    Dossier | N. 34 articoli I nuovi lavori

    Neocomunitarie, stop al dumping

    (Olycom)
    (Olycom)

    È in atto una stretta contro il dumping delle agenzie dei Paesi neocomunitari o italiane “estero vestite” nella somministrazione del lavoro. I settori più esposti sono quelli dell'edilizia o dell'autotrasporto, dove - secondo stime del ministero del Lavoro - proviene dall'estero il 30% dei lavoratori operanti sul nostro territorio. «Sui contributi previdenziali ed assistenziali le aziende neocomunitarie risparmiano cira 20 punti percentuali, visto che pagano tra il 13 e il 15% contro il 33% medio italiano - spiega Paolo Pennesi direttore dell'Ispettorato nazionale del lavoro -. Inoltre sul fronte retributivo la stima è che paghino il 30-40% in meno. Finora è stato molto difficile verificare il rispetto del minimo contributivo contrattuale».

    La novità è rappresentata dalla Direttiva comunitaria 67/2014, in corso di recepimento: «Senza mettere in discussione il principio di libera circolazione - aggiunge Pennesi - prevede la cooperazione amministrativa per far adeguare le imprese neocomunitarie alla disciplina dei paesi avanzati, la documentazione deve essere redatta in modo omogeneo, indicando nella nostra lingua quanto si retribuisce a fronte di quante ore di lavoro. Non basterà più solo l'iscrizione all'istituto previdenziale del paese d'origine ma andrà provato l'effettivo pagamento».

    Un primo passo, in questa direzione, è rappresentato dallo schema di Dlgs 296 che disciplina il distacco transnazionale, approvato dal consiglio dei ministri lo scorso 18 aprile e trasmesso alle Commissioni Lavoro di Camera e Senato. Stabilisce criteri puntuali per accertare l'autenticità del distacco e la reale “consistenza” dell'azienda che distacca: se si accerta che il distacco non è autentico, scatta una sanzione pecuniaria fino a 50mila euro ed il lavoratore si considera alle dipendenze dell'utilizzatore. È prevista la piena applicazione del principio di parità di trattamento rispetto ai lavoratori diretti di pari livello in Italia e viene sancita la responsabilità solidale dell'utilizzatore in caso di inadempimento degli obblighi retributivi e contributivi da parte del distaccante (anche in caso di somministrazione transnazionale). «Apprezziamo l'attenzione del Governo su un tema che attiene al rispetto dei diritti dei lavoratori e al principio di leale concorrenza sul mercato - spiega Patrizia Fulgoni, consigliere di Assolavoro con delega alla legalità -. Lo schema di Dlgs recepisce sostanzialmente in toto tutte le nostre proposte e punta ad eliminare alcune distorsioni che, seppure marginalmente, ancora risultano presenti. Ora confidiamo che il percorso legislativo prosegua rapidamente e senza ostacoli».

    Nello schema di Dlgs è stato introdotto un obbligo di nominare un referente in Italia, incaricato di inviare e ricevere i documenti: in caso di omissione, scatta una sanzione fino a 6mila euro.

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