Economia

Gli operai che fanno rivivere i giochi musicali Bontempi

  • Abbonati
  • Accedi
marchi storici

Gli operai che fanno rivivere i giochi musicali Bontempi

  • –di Donata Marrazzo
www.bontempigroup.com
www.bontempigroup.com

Ottant’anni di strumenti e giocattoli musicali. Poi, dal 2008, la crisi nera: per i sei stabilimenti, tre poli produttivi e 450 dipendenti del gruppo Bontempi, il rischio è il fallimento. Il tribunale di Teramo accetta il concordato preventivo, parte la cassa integrazione. Diciotto operai fanno di più: sfidano presidi e picchetti davanti alle fabbriche per tentare il salvataggio del posto di lavoro rilevando un ramo d’azienda. Prima lo affittano poi lo acquistano.

Costituiscono la cooperativa Industria Abruzzo e a Martinsicuro rilanciano la produzione. Sono in tutto 35 addetti, ma la previsione è di allargare l’organico. Lo scorso anno il fatturato ha raggiunto 3 milioni di euro. Nel 2015, attraverso iCom (società commerciale creata da Andrea Ariola, ex amministratore di Bontempi), la vendita di tastiere, fisarmoniche, strumenti a fiato, a percussione, oltre alle imitazioni degli strumenti veri, ha sfiorato i 10 milioni di euro.
La cessione del ramo d’azienda risale a due anni fa: gli “eredi” di Bontempi comprano a 250mila euro (57mila il capitale iniziale). Realizzano un piano di investimenti in macchinari e attrezzature per quasi il doppio. A sostenerli c’è Cfi, la società che promuove le imprese cooperative, con un finanziamento di 180mila euro. Su segnalazione di Legacoop Abruzzo, interviene anche Coopfond con una partecipazione di 130mila euro.
La produzione si focalizza attualmente sui giocattoli sonori per bambini in materiale plastico: gli ex operai hanno elevate specializzazioni e impianti di alta affidabilità. Ma soprattutto la disponibilità, a titolo di comodato d’uso, degli stampi di proprietà: si tratta elementi qualificanti del progetto, tecniche di stampaggio uniche e non riproducibili dalla concorrenza cinese, che ha contribuito non poco alla crisi dell’azienda. Si prevede una crescita del 3% annuo.
Industria Abruzzo è un caso riuscito di Workers buyout (Wbo), procedura salvavita che consente di riconvertire le imprese sull’orlo del baratro: i dipendenti le rilevano e diventano manager. Un modello che fa ancora piccoli numeri ma che garantisce la sopravvivenza delle attività nel 30% dei casi. «Le aziende che superano i primi 36 mesi di vita – spiega Luca Laurini responsabile di progetti Wbo di Coopfond – in genere piccole e medie realtà da poche decine di addetti, sono poi in grado di produrre reddito».

© Riproduzione riservata