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Arriva la piattaforma I-React per gestire i disastri naturali

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Innovazione

Arriva la piattaforma I-React per gestire i disastri naturali

Le tecnologie informatiche per gestire i disastri naturali: social media, smartphone e altri dispositivi alleati della Protezione civile e di quanti dovranno arginare i fenomeni sempre più inattesi e violenti dovuti al climate change. Arriva I-React, un progetto triennale del valore di 6,5 milioni di euro finanziato dalla Commissione europea per la creazione di un sistema di prevenzione e controllo dei disastri in tempo reale. Torino è capofila del progetto con l’Istituto superiore Mario Boella.

L’ente, diretto da Giovanni Colombo e Paolo Mulassano e insediato nel Politecnico di Torino, aggrega 20 partner europei, tra cui centri di ricerca, organizzazioni internazionali come l’Unesco e anche piccole e medie imprese, che avranno il ruolo di valorizzare dal punto di vista commerciale l’innovazione.
Entro il 2018 I-React (acronimo di Improving Resilience to Emergencies through Advanced Cyber Technologies), realizzerà una piattaforma – spiegano i riceratori – «in grado di sfruttare le tecnologie già oggi a disposizione per raccogliere e analizzare molteplici fonti dati e generare informazioni in tempo reale su alluvioni, incendi, terremoti e altre calamità».

Come verranno raccolti i dati? «La raccolta e la reazione avverranno in maniera veloce e precisa, garantendo allo stesso tempo l’interoperabilità con gli attuali sistemi di gestione delle emergenze come Copernicus Emergency Management Service (Ems) – spiega una dettagliata nota dell’Istituto Boella – o la sinergia con programmi scientifici intergovernativi attraverso il partenariato con l’Ufficio regionale Unesco per la Scienza e la Cultura in Europa e l’Unità per la riduzione del rischio presso la sede centrale di Parigi e di piattaforme di coordinamento globale sulla riduzione del rischio attraverso il coinvolgimento dell’International Strategy for Disaster Reduction (Unisidr) delle Nazioni Unite, cui si aggiungeranno cittadini attivi e informazioni dai social media».

I-React nasce dall’esperienza del progetto europeo Floodis, focalizzato sulle alluvioni e terminato nel 2015 con un’applicazione per smartphone (già testata) in grado di raccogliere informazioni attraverso le foto scattate sul territorio e restituire proiezioni a breve e lungo termine dell’evolvere del fenomeno, contribuendo così all’organizzazione delle squadre di soccorso. I-React implementa questo schema di raccolta dati, analisi e restituzione, moltiplicando le opportunità: oltre alle foto fatte con gli smartphone, la piattaforma sfrutterà anche i social media, intercettando le immagini spontaneamente postate su Instagram, messaggi Twitter, cui si aggiungeranno le informazioni dagli operatori sul posto dotati di dispositivi wearable smart (occhiali e braccialetti) e i tradizionali scatti dai satelliti. I-React elaborerà tutti questi dati con un’architettura BigData, che sfrutterà la piattaforma cloud di Microsoft e restituirà in tempi brevissimi le proiezioni di evoluzione del disastro.
Grande valore sarà dato al ruolo che i cittadini possono ricoprire in queste situazioni grazie all’uso dei loro smartphone per le segnalazioni: la progettazione prevede infatti uno studio apposito finalizzato a massimizzare il coinvolgimento delle persone attraverso l’applicazione di logiche tipiche dei videogiochi in situazioni di vita reale.

Lattività dellIstituto Mario Boella del Politecnico di Torino

I-React è un progetto europeo inserito all’interno della call security di Horizon 2020 il nuovo Programma Quadro Europeo per la ricerca e l’innovazione. Di primaria importanza è il ruolo ricoperto dall’Italia che, oltre a coordinare il progetto attraverso l’Istituto Superiore Mario Boella di Torino – centro di eccellenza nazionale per le tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni –, è presente con il Politecnico di Torino, la Fondazione Bruno Kessler, Celi, JoinPad e CSI Piemonte. Oltre a questi, gli altri partner che contribuiranno a portare I-REACT sul mercato al termine dei tre anni – rispondendo così ai requisiti della Commissione in termini di sostenibilità a lungo termine – sono Geoville, Eoxplore, Terranea, Alpha Consult, UNESCO, Finnish Meteorological Institute, Meteosim, Bitgear, Ansur, Technical University of Vienna, Scienseed, Aquobex, Answare, Joint Research Centre of the European Commission.

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