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Xylella, legittimo abbattere gli ulivi

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Xylella, legittimo abbattere gli ulivi

  • –di Giorgio dell’Orefice
Ansa
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Per arginare la diffusione della Xylella fastidiosa, il batterio che sta essiccando gli ulivi del Salento, è legittimo prevedere l’abbattimento degli ulivi, non solo di quelli infetti ma anche delle piante sane poste in un raggio di 100 metri da quelle malate. È questo il verdetto di Bruxelles. Ieri, infatti, la sentenza della Corte di Giustizia Ue, confermando le conclusioni dell’Avvocato generale dello scorso 12 maggio, ha sciolto i dubbi sollevati dal Tar del Lazio.

Il Tribunale amministrativo italiano sulla base dei ricorsi di alcuni olivicoltori pugliesi aveva sospeso le drastiche misure proposte dalla Commissione europea nel 2015 per contrastare la diffusione del batterio e chiesto alla Corte Ue se tali provvedimenti, tra cui l’espianto delle piante non infette, fossero proporzionati e coerenti con la normativa comunitaria.

E la risposta dei magistrati Ue ha confermato la validità di tali provvedimenti «alla luce dei principi di precauzione e di proporzionalità». «I pareri scientifici – si legge nella nota della Corte del Lussemburgo – non hanno dimostrato un sicuro nesso causale tra il batterio della Xylella e il disseccamento rapido degli ulivi ma solo una correlazione significativa. Tuttavia, il principio di precauzione può giustificare l’adozione di misure come la rimozione delle piante infette anche quando sussistano incertezze scientifiche al riguardo». A giudizio dei magistrati Ue non va poi dimenticato «che le misure più gravose adottate nei mesi scorsi hanno fatto seguito a provvedimenti meno drastici adottati dalla Commissione nel 2014 che non hanno consentito di impedire la propagazione della Xylella». Dopo la sentenza Ue l’attenzione si sposta sulle operazioni di contrasto al batterio, la cui diffusione in questi mesi di stop non si è certo arrestata. Le iniziative di contenimento infatti si sono quasi fermate, a partire dallo scorso dicembre, quando l’iscrizione nel registro degli indagati da parte della Procura di Lecce, del Commissario straordinario all’emergenza Xylella, Giuseppe Silletti, portò alle dimissioni di quest’ultimo. A chiedere con forza la ripresa delle azioni di protezione delle piante è stato ieri il Commissario Ue alla Salute, Vytenis Andriukaitis, per il quale il pronunciamento della Corte «conferma la posizione della Commissione sull’efficacia della rimozione degli alberi potenzialmente infetti. I ritardi nell’attuazione delle misure – ha aggiunto Andriukaitis – hanno contribuito alla diffusione della malattia. L’Italia ha tutt’ora aperta una procedura d’infrazione sulla Xylella che potrebbe proseguire se continuassero a non essere attuate le misure Ue».

E a conferma del fatto che in questi mesi si sia realizzato poco sul fronte della lotta, dall’assessorato all’Agricoltura della Regione Puglia è filtrata nei giorni scorsi l’indiscrezione secondo cui gli ispettori dell’Osservatorio fitosanitario regionale hanno individuato in Salento circa 70 casi, tra mancate arature e falciature (operazioni alla base di una corretta manutenzione degli uliveti), che nelle prossime settimane potrebbero portare a multe salate. Di tutt’altro avviso la Coldiretti secondo cui dopo questa sentenza «la Commissione Ue punta a rinviare l’intera partita sulla Xylella al Governo italiano e alla Puglia lavandosene le mani. Bruxelles ha invece gravi responsabilità a cominciare dagli inaccettabili ritardi nell’affrontare l’emergenza fitosanitaria causata dalle frontiere colabrodo che hanno lasciato passare materiale vegetale infetto che ha causato un danno irreparabile all’olivicoltura pugliese»

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