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L’aeroporto di Genova ritocca i diritti sulle merci. Spedizionieri…

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L’aeroporto di Genova ritocca i diritti sulle merci. Spedizionieri all’attacco

«Con il prossimo 21 giugno le tariffe di handling dell'aeroporto di Genova saranno le più care d’Italia, con un aumento dell’800%». A denunciarlo sono gli spedizionieri del capoluogo ligure, che manifestano la loro preoccupazione definendo «illogico e irrazionale» l’aumento e sottolineano che così «verrà dato il colpo di grazia a quel poco di attività che le aziende di spedizioni internazionali riescono, nonostante tutto, a trattenere a Genova». Ma l’aeroporto, con una nota compilata dal direttore generale, Paolo Sirigu, spiega che l’aumento arriva dopo 20 anni ed è in linea con i nuovi modelli tariffari.
«Siamo sbalorditi – afferma Andrea Giachero, membro del board di presidenza dell’associazione Spediporto e rappresentante degli spedizionieri aerei - del fatto che un aeroporto come Genova, che stenta a trovare una propria identità e a consolidare traffici, abbia avviato una politica commerciale di questo tipo, peraltro senza confrontarsi con gli operatori al fine di verificarne la sostenibilità sul mercato».

Giachero parla «di colpo durissimo alle aziende ma, in generale, all'economia della città». Spediporto, infatti, rileva che dal 21 giugno le tariffe di movimentazione della merce, passeranno dagli attuali 0,02 euro per chilogrammo a ben 0,16 per chilogrammo.

«Con questi aumenti – ribadisce Giachero - l’aeroporto di Genova diventerà il più caro in Italia e uno dei più cari a livello europeo. Abbiamo messo a confronto le tariffe nei principali scali perché tutti, anche istituzioni e soci di Aeroporto di Genova spa, possano avere una visione chiara, di quanto tale iniziativa decontestualizzi Genova dalle logiche commerciali che assistono aeroporti ben più solidi e forti del nostro».

Malpensa, ad esempio, rileva Spediporto, ha le tariffe a 0,02 per chilo, al pari di Torino, Venezia e Palermo a 0,04, Barcellona a 0,03 e Amburgo e Francoforte non hanno alcun costo.

L’aeroporto, però, puntualizza affermando che quello del 21 giugno sarà «un aumento dei diritti di imbarco e sbarco delle merci» e «non si tratta di “tariffe”, come erroneamente scritto» da Spediporto. I vertici della società che gestisce il Cristoforo Colombo precisano poi che «l’aumento da 0,02 a 0,16 euro al chilogrammo avverrà dopo che per oltre 20 anni i diritti aeroportuali sono rimasti immutati».

I nuovi diritti, inoltre, «entreranno in vigore a seguito di un percorso avviato nel settembre 2014 con l’approvazione dei nuovi modelli tariffari da parte dell’Autorità di regolazione dei trasporti. Si tratta di un percorso che ha riguardato tutti gli scali italiani e che non lascia spazi a discrezionalità da parte delle società di gestione aeroportuali».

La società sottolinea poi che l’aumento è avvenuto dopo due audizioni «dei maggiori utenti dello scalo (ovvero i vettori aerei)». La consultazione si è conclusa con «un’intesa sulla proposta di revisione», con «il voto favorevole del 100% degli utenti rappresentati».

«Stupisce», conclude la nota di Sirigu, che Spediporto «confronti i nuovi diritti dell’aeroporto di Genova (0,16 euro al chilogrammo), con quelli degli altri scali precedenti l’adeguamento. A solo titolo di esempio a Torino e Palermo (due aeroporti citati dagli spedizionieri, ndr) i nuovi diritti ammonteranno rispettivamente a 0,44 e a 0,74 euro al chilogrammo. Risulta quindi del tutto falsa l’affermazione secondo la quale «l’Aeroporto di Genova diventerà il più caro d’Italia».

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